Toni Childs era praticamente sconosciuta sul finire degli anni ottanta quando uscì questo suo album che la rivelava cantautrice dalla voce originale e potente, capace di portare alla ribalta sonorità nuove e interessanti.
Prendiamo il funky-soul del pezzo d’apertura («Don’t Walk Away» che fu anche singolo di successo) in cui la sua vocalità viscerale è sostenuta da un coro gospel e da un gagliardo ensemble di sassofoni. Subito dopo il fascino caraibico di «Stop Your Fussin’» e poi nella mia personale scaletta di preferenze le saltellanti «Walk And Talk Like Angels» e «Let The Rain Come Down» assieme all’ipnotica sensualità di «Where’s The Ocean» che chiude l’album su un tono elegiaco.
Secondo me però il vero gioiellino è «Zimbabwae» - intrisa dei suoni e dei colori musicali dell’Africa australe - che richiama la nostra attenzione verso quella parte del continente che in quegli anni affascinava molti musicisti (pensiamo al Paul Simon di “Graceland” e ai Simple Minds di “Mandela Day”) ma pur sempre dilaniata dai conflitti interrazziali oltre che interetnici: non bastano ovviamente i versi pacifisti di una canzone, ma almeno ci aiutano, ancora oggi, a non dimenticare.
Complessivamente dunque un album di grande spessore, che il quel 1988 passò un po’ inosservato dalle nostre parti, ma che non deluderà chi volesse riscoprirlo.
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