Prendete un frullatore, metteteci dentro un po' di grezzume seventies punk pistolsiano, aggiungeteci un'altra buona dose di pomposità ed elementi sleaze e glam e risonanze dei Guns ‘n'Roses, mescolate il tutto ed ecco che avrete visualizzato i Towers Of London.

Essi si formano a Londra nel 2005, capitanati dai due fratelli Donny Tourette voce e Dirk Tourette chitarra ritmica (acronimi di Patrick Brannan e Francis Brannan) autori dei testi e delle canzoni. Completano la line-up The Rev all'altra sei corde solista, Tommy Brunette al basso e Snell dietro le pelli.

Dopo aver firmato con una label indipendente la TVT records e partecipato a vari festival nel Regno Unito, il combo nel giugno del 2006 ha dato alle stampe il suo primo disco: "Blood, Sweat &Towers". Successivamente nel 2007 il chitarrista solista e il batterista per differenti vedute con gli altri membri hanno lasciato la band venendo successivamente rimpiazzati. Mentre è di qualche mese fa l'uscita del secondo disco "Fizzy Pop".

Dai generi precedentemente elencati prendono spunto pure per il loro look caratterizzato da capelli lunghi, giacche di pelle, jeans, borchie e altri accessori. Aggiungiamoci pure che il gruppo molto e volentieri si è fatto notare dalla stampa britannica (che va a nozze con i gossip e ama elargire titoli come next big thing uno al mese) più per vicende extramusicali che altro. Si vedano le risse con altri gruppi e soprattutto la faida coi My Chemical Romance. La loro idea di vita e il loro slogan poteva non essere "drink, fight and fuck"? Per forza.

Si parlava appunto di più stili messi insieme dentro al calderone, ovvero fusione di hard rock, glam e punk rock e almeno sulla carta questo mix dovrebbe risultare esplosivo. Appunto, le intenzioni ci sono, ma non vengono trasportate in note in maniera adeguata.

Un platter che con lo scorrere in avanti delle tracce mostra già una certa ridondanza e stanchezza, nonostante qualcosa perlomeno che meriti ci sia. Il singolo "Fuck it up" (e il titolo già dice molto sulla personalità e i comportamenti in pubblico del five-piece), miglior episodio del disco, con un refrain da sing-along che ti si stampa in testa e che non puoi non canticchiare. Questo pezzo è già abbastanza riassuntivo delle prerogative dei sudditi di sua Maestà, con una border line tra punk e rock ‘n' roll sanguigno, dove si fa notare l'assolo e un impatto decisamente dei Pistols che furono.

Gli altri pezzi bene o male seguono questo copione come "On a Noose", mentre su "King" c'è l'inserimento di orchestrazioni nell'intro. Più cadenzata invece risulta essere "How rude she was". Da segnalare infine la versione acustica del singolo "Fuck it up".

Le chitarre si limitano a pochi accordi, con la variabile di diversi assoli. I suoni sul disco risultano essere grezzi e essenziali, tant'è che a primo ascolto, senza aver enciclopedie in mano, ti viene in mente tutto fuorché i Towers Of London siano nuovi del quartiere e pensi invece a qualche gruppo datato proveniente dai sobborghi di Londra degli anni '70 o '80.

Per il momento il giudizio non può essere molto lusinghiero, ma staremo a vedere se questi cinque scalmanati riusciranno ancora a far parlar di loro in futuro.

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