Intrattenimento o forma d'arte? Questo è il dilemma... l'oggetto in questione è la collocazione che spetterebbe alla musica dal punto di vista funzionale e cioè se essa vada intesa come una branca vera e propria dell'arte e quindi debba di conseguenza essere presa sul serio o se sia un mero oggetto di svago.
I tre allegri ragazzi morti potrebbero rappresentare l'emblema del precedente quesito, anche se, e cio è necessario premetterlo, nonostante aderiscano fondamentalemente alla seconda forma di pensiero, giocano, e non poco, a far viaggiare la musica stessa in frequenti uscite di carreggiata fra le due corsie, con le costanti contaminazioni fra la musica stessa e l'arte visiva da essi prodotta.
I TARM scrivono testi prettamente adolescenziali. Giusto.
I TARM suonano in modo abbastanza scolastico e le loro composizioni sono semplici e molto spesso maledettamente pop. Giusto.
I TARM mettono le maschere non per rendersi irriconoscibili, ma al contrario per creare un inconfondibile marchio di fabbrica e strizzare l'occhio al mercato. Giusto pure questo in fondo, ma non del tutto.
Queste le principali critiche mosse dai detrattori del gruppo friulano che sono però, forse, anche le peculiarità che li fanno apprezzare da chi ne riscontra una profonda onestà intellettuale e musicale, senza troppe pretese, s'intenda.
In fin dei conti la musica a volte, ma senza abituarcisi troppo non va presa troppo sul serio e spesso e volentieri motivi orecchiabili e ritornelli ossessivi risultano tanto gradevoli se realizzati con buon gusto e l'ascoltatore vi si approcci con la giusta consapevolezza.
Davide Toffolo, frontman del gruppo, è prima di tutto eccellente disegnatore e patito di cinema (Pasolini e Tim Burton in primis) e solo successivamente un musicista fresco e scanzonato e partendo da queste premesse, il gioco delle maschere messo in scena dai 3 ragazzi friulani assume un connotato molto più chiaro e comprensibile.
Conoscendo la profonda ironia del personaggio Toffolo e la sua spietata visone della società contemporanea, non riesce difficile credere che, in fin dei conti, egli non abbia voluto in qualche modo ironizzare sulle variegate maschere che i musicisti indossano per crearsi un'immagine riconoscibile al pubblico, che possano essere quelle del rocker incazzato e tenebroso, del rivoluzionario e dell'anticonformista, di chi combatte contro il sistema o di chi ci sguazza.
Il quinto lavoro in studio dei TARM, è un album carino e niente di più, certamente non destinato a restare negli annali, ma che accanto a tracce abbastanza anonime sia musicalmente che nelle liriche, comprende alcuni pezzi decisamente degni di nota.
L'overtoure spetta alla trascurabilissima "Come Ti Chiami?" che scivola via come l'olio, senza lasciare traccia alcuna, ma almeno musicalmente il parziale riscatto arriva immediatamente con "Allegria senza fine" che pure liricamente rappresenta in parte il manifesto del gruppo ("questa è la mia politica un ritmo a 180 bpm che muovi il culo e non pensi a niente").
La chicca dell'album è rappresantata da "Il Mondo Prima", un brano profondamente evocativo, un vero e proprio acquerello di malinconico amore ("era bello cadere d'autunno come le foglie sopra le foglie/ era bello il cielo d'inverno come i tuoi denti, era bello sentire le tue mani fredde cercare qualcosa di me") accompagnato peraltro da un bellissimo video in cui Toffolo nei tre minuti abbondanti del brano, disegna sapientemente, fornendo al pezzo un'anima visiva che ben si sposa alla sua delicatezza sonora.
"L'impegno" vede la presenza di Flora Michal ma la traccia è gradevole e niente di più e in successione "Lorenzo Piedi Grandi", "In Amore Con Tutti" e "La Sindrome Di Bangs" (chissà cosa mai sia...) sono pezzi abbastanza deboli e poco incisivi. La parte finale dell'album è indubbiamente la migliore.
"La Salamandra", con un testo sognante e rasserenante, la disillusa "La Poesia e La Merce" ("per un ragazzo che come me vede la poesia nella merce e che ha la sua speciale morale per scegliere il prossimo culo da baciare") e la delicata "Ninnanannapernina", fino alla cover finale "Mio Fratellino Ha Scoperto il Rock'n'Roll" (My Little Brother Just Discover Rock'n'Roll degli ART BRUT), riscattano la pochezza dei brani precedenti e offrono interessanti spunti.
La maggiore attitudine punk, per il vero mai troppo marcata, ha nel corso degli anni ceduto sempre più il passo ad un pop-rock meno distorto e di più facile ascolto e ciò si evince anche dalla maggiore pulizia dei suoni. Fatto sta, che i TARM si sono conquistati una loro non trascurabile nicchia di estimatori e dal vivo sprigionano una notevole energia nonostante siano soltanto in tre. I TARM vanno presi per quello che sono e cioè una piacevole parentesi musicale che non ha l'ardire di volersi ergere a forma d'arte, ma che coinvolge piacevolmente all'ascolto e cerca volutamante di sdramattizzare la realtà e dipingerla con i colori che Toffolo sa usare alla perfezione.
Sempre meglio di chi ha ben poco da dire, ma sale su un piedistallo e pretende di dover insegnare la vita agli altri e nel nostro paese per farlo Basta Poco...
Elenco tracce e video
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di alessioIRIDE
I Tre Allegri Ragazzi Morti hanno creato un loro universo dove sguazzano come re.
È un disco privo di divertissement che alla fine ti lascia un senso di vuoto che ti fa ritrovarti a chiedere cosa c’è che non va (nella tua vita... no nel disco).