Pochi sono i gruppi che portano avanti oggi le classiche sonorita' Krautrock come fonte di ispirazione, filtrandole e riproponendole nel contesto attuale, come I Trees Speak.

I nostri sono un gruppo proveniente dall'Arizona e PostHuman il loro quarto lavoro, che con le sue 16 tracce (corte), racchiude molta carne al fuoco nella loro discografia in rapida espansione. Con ogni uscita successiva, il gruppo ha rafforzato la propria attenzione, frenando i propri impulsi più radicali, creando viaggi completi e progressivi.

PostHuman è il loro lavoro più cinematografico fino ad oggi, con ogni traccia che assomiglia a una scena distinta di un film, pur facendo parte di un unico viaggio a tratti cosmico.

L'ambientazione è cinematografica con ambientazioni tipiche di alcune pellicole degli anni 6o e 70 . Indubbiamente questi pezzi strumentali potrebbero integrare delle immagini sullo schermo, o comunque gli stessi possono aiutare con la complicita' cerebrale dell' ascoltatore a creare film personali e mentali con le proprie immagini e sequenze.

Il gruppo è ancora fortemente influenzato dal Krautrock anni 70 con i Tangerine Dream e il motorik alla Neu! Il ritmo di tracce come "Glass" fondono suspense e ipnotismo.

"Chamber of Frequencies" intreccia arpeggi di synth increspati con piogge di fiati psichedelici e sghembi equamente divisa tra beatitudine e confusione esistenziale. "Elements of Matter" racchiude riverberi con effetti spaziali, tastiere tremolanti e colpi di batteria sovraincisi su un groove scarno e ansioso e sincopato.

Mentre alcune tracce sembrano offrire un leggero sollievo, altre aumentano notevolmente la suspense, dal clangore e inquietante "Scheinwelt", che è la traccia piu' sperimentale, con il titolo in tedesco ad omaggiare il passato, al funk spettrale e allucinato di "X Zeit". Tra i punti salienti, "Steckdose" è una buona sintesi del fascino dell'album, aprendosi con accordi instabili e sintetizzatori tremolanti prima di lanciarsi in un ritmo incalzante, per poi scomparire in un ritmo più lento prima che altri sintetizzatori frammentati emergano, aprendosi al nucleo arpeggiato di "Amnesia Transmitter".

"Quantize Humanize", pesante di vocoder e condita di Mellotron, emana un'atmosfera lounge in stile Air , aprendo la strada agli archi crescenti e ai fiati ansimanti della cupa "Gläserner Mensch".

Di ampio respiro senza sembrare slegato, PostHuman è un lavoro fluido, realizzato apparentemente senza sforzo, che rielabora basi del passato gia' ampiamente conosciute e dibattute, ma con ricchezza di nuove idee e vibrazioni positive al seguito, per chi le trova e ne vuol godere.

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