Questa estate ho scoperto quasi casualmente il ritorno sulle scene di Tomas G. Warrior (per chi non lo sapesse storico leader dei precursori Celtic Frost nonchè, ancor prima, dei seminali Hellhammer) con il curioso progetto battezzato Triptykon. Avendo rimasti, per la prima volta da anni, un po' di euri nel taschino a fine estate, ho deciso di acquistare a scatola chiusa questo "Eparistera Daimones", memore di quella piccola gemma che risponde al nome di Monotheist, che 4 anni orsono fece calare il sipario sulla vita dei suddetti Celtic Frost. Decisamente i 18 euro meglio spesi da anni a questa parte. Ad assecondare il buon Fischer nella sua follia completando la line-up troviamo il chitarrista/produttore V. Santura (Dark Fortress), Vanja Slajh al basso e dietro le pelli tale Norman Lonhard dei Fear My Thoughts.

Ma entriamo nel merito del LP. Innanzitutto la prima cosa che balza all'occhio è la copertina: firmata -come in passato per "To Mega Therion"- dall' artista HR Giger (quello di Alien); definirla inquitante è un eufemismo. Lo stile, i colori, i singoli dettagli delle improbabili creature riprodotte; tutto è astrattamente incomprensibile ma al contempo palesemente in funzione con ciò che si paleserà nell'album. ''Goetia'' è l'incipit del lavoro e un brivido corre subito lungo la schiena; dopo un paio di minuti introduttivi ecco il classico e irrinunciabile HU!! di Tom e la canzone esplode nella sua malvagità sotto un tappeto chitarristico di matrice doom (ma -in vero- i cambi di tempo e di ritmo portano il brano ora su sfumature death ora su accenni black) raggiungendo il suo apice nel refrain. Semplicemente devastante e nociva. ''Abyss Within My Soul'' prosegue sulla falsariga dell'opener: atmosfere funeree e sezione strumentale pressochè perfetta con la disperazione di Tom che incombe sul ritornello. Dopo due pezzi sono già passati 20 minuti di musica e l 'istinto è quello di  premere stop e riascoltarle entrambe. La traccia successiva ''In Shrouds Decayed'' ci fa riprendere un po' fiato; risulta decisamente meno aggressiva ma non meno imprescindibile grazie all'interpretazione quasi recitata del testo. Intervallata da un ponte strumentale quale ''Shrine'' arriva ''A Thousand Lies'' nettamente il pezzo più veloce del lotto e quello che richiama maggiormente quanto fatto nei capolavori passati; da sottolineare le strazianti urla di Warrior tra una strofa e l'altra che contribuiscono a rendere il brano un caposaldo del platter. Si prosegue ed ecco ''Descendant'', traccia 6: un incedere doom intriso di nero fa da sfondo alle tematiche Lovercraftiane del testo; da sottolineare un pregevole assolo finale vagamente thrash. Segue ''Myopic Empire'' e il livello non scende nemmeno di un'anticchia così come le meraviglie; in questo caso a splendere è la voce femminile di Simone Vollenveider (presente anche nella successiva ''My Pain'', celestiale gioiello dai soavi richiami trip-hop) grazie ad un break centrale pianistico davvero ben congeniato. A questo punto, stordito ormai da un alone indescrivibile di inquietudine e angoscia, l'ascoltatore viene ''messo al tappeto'' dal colpo finale ovvero dall'ultima ''The Prolonging'': signori e signore una suite di 19 minuti e passa, summa del Warrior-pensiero e manifesto alienante di black/doom dove, tra l'impeccabile andatura strumentale, fa capolino l'incantevole violino di Nadine Rimlinger (che i più attenti ricorderanno aver già collaborato con Tom ai tempi di Into The Pandemonium) a suggellare un pezzo strepitoso.

Potrà erroneamente sembrarvi, il mio, un eccessivo entusiasmo ma, ad oner del vero, vi esorto sentitamente a procuravi in tutti i modi questo Eparistera Daimones, a liberare la mente da ogni positività ed a tuffarvi nella degenerazione degli scritti occulti ed esoterici partoriti dalla penna di un genio (i testi nel booklet vengono definiti delle Epistole) mentre venite travolti da repentine accellerazioni contrapposte a oscuri rallentamenti; il pericolo di pentirvene sarà pressochè nullo. Dopo Hellhammer e Celtic Frost il cerchio (anzi il TRITTICO) si è chiuso. Un lavoro da ascoltare e riascoltare più volte per cogliere -sembra monotono ma è così ve lo assicuro- giorno dopo giorno ogni singola sfumatura. Straconsigliato a tutti i fan del metal estremo, acquisto obbligatorio per tutti coloro che amano l'avanguardia fusa alla raffinatezza.

Senza dubbio sarà il tempo a decretarlo ma credo proprio che siamo difronte ad un lavoro che verrà ricordato tra i migliori di sempre in ambito metal in questo primo decennio del secolo. Ascoltare per credere.

DISCO DELL'ANNO.

 

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