Mi viene voglia ogni volta (ogni volta!) che la sento, di strapparmi letteralmente con i miei artigli la pelle di dosso in una ipnotica danza lunare e non sazio immergermi nella pura vampiresca atmosfera creatasi.

Le percussioni possedute completano il sabba, quella tastierina trasporta il labirintico sapore della notte, una notte che non ha mai fine. La luce stroboscopica cattura attimi indicibili, la natura del sassofono è stravolta, il canto esorcizza e fomenta demoni, le distorsioni scavano paranoie finalmente liberate.

Insieme condividiamo nella spasmodica danza i nostri massacri interiori. Una festa dal retrogusto ferroso come il sangue assaporato che contribuisce corroborante a spingerci senza sosta in epilessie sonore.

La luce rifiutata paralizza la salvazione, consapevolmente senza controllo siamo immersi in un plasma elettrificato di pazzia oscura. Tarantolati non possiamo fare altro che assecondare l' alluvione occulta.

Ed un' orgia di schizzi di anime dannate imbrattano l' aria densificandola di perdizione. Il vortice è talmente forte da implodere per sopravvivere.

Il sudore acre lubrifica osceni accoppiamenti anemici in una spirale senza fine. La comprensione del momento scatena una lucida follia che rende efficace l' illusione. Il delirio si solidifica cullandoci nell' immobilità di una fuga.

Le visioni si affastellano creando una scala a chiocciola che scivolando percorriamo calandoci in nebbiosi luoghi isterici. Il rumore dell' attrito e il sussultorio riverbero ci schiantano contro il nulla inesorabilmente.

E di tutto questo accondiscendiamo tremolanti al sussurro dei vampiri in perenne astinenza d' amore, è qui che dimora il dramma del non-morto: niente lacrime per le creature della notte... GOODBYE!

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