Talking about rape and cutting bodies up, it just doesn't interest me anymore... What interests me is making weird hippie music for people to get high to. With Wolf, I'll brag a little more, talk about money and buying shit. But not like any other rapper, I'll be a smart-ass about it. People who wanted the first album again, I can't do that. I was 18, broke as fuck. On my third album, I have money and I'm hanging out with my idols. I can't rap about the same shit..

Così, qualche tempo fa, Tyler, The Creator aveva preannunciato WOLF, suo attesissimo terzo album. Un album che è destinato a dividere i fan del 21enne enfant terrible del rap a stelle e strisce e ad intrigare coloro che a questo amano coniugare certe irresistibili venature alternative. Mi ci sono volute ore di completa e malata full-immersion nell’ascolto, non appena il disco è stato messo in vendita su iTunes, per carpire appieno il significato di tutte e 18 le tracce che compongono l’album. Ma ora, a posteriori, più continuo ad ascoltarlo, più sono convinto che Wolf sia il capolavoro di Tyler.Ma andiamo con ordine!

Avevamo lasciato il buon Tyler nel 2011 appunto, anno della sua seconda uscita in studio Goblin (da me recensita sempre su questo sito e, in maniera molto particolare e simpatica dall’utente LITTLE HORN 2.0), album che aveva impressionato per oscurità, negatività e personalità applicate ad un sound sinistro, a tratti industriale, che quasi ridefiniva i parametri del rap tradizionale, contaminandolo con lo stile ricercato e provocatorio di un ragazzetto, all’epoca 19enne, che ama colpire e allo stesso tempo ammaliare l’ascoltatore, raccontando se stesso con grande sensibilità. È passato un anno e mezzo e, sebbene mi venga piuttosto difficile dirlo, su Wolf abbiamo un nuovo Tyler

Più maturo, certo, ma anche più consapevole dei suoi mezzi, delle sue qualità compositive/canore e sempre più vicino agli artisti che lo hanno influenzato. Pharrel Williams su tutti. Ma anche Stevie Wonder, Eminem, Egyptian Lover e tutta la scena funk/soul degli anni ‘70 e ’80 come Cameo e Kool & The Gang. Tutto questo è rintracciabile nel maggiore impiego delle melodie che, drammatiche o tese che siano, rappresentano un sostanziale contrasto rispetto alla già citata oscurità e monoliticità dei lavori precedenti.

Ci sono sempre il linguaggio scurrile, i f*ck come se piovesse, le sonorità lo-fi da tv della nonna che si sta rompendo/Adventure Time (fate voi), e i dialoghi con i molteplici alter ego del protagonista, ma tutto ciò, su Wolf, è stato totalmente enfatizzato! La potentissima verve espressiva del nostro protagonista è stata letteralmente esagerata, gonfiata, amplificata al mille per mille e questo lo capiamo benissimo, in modo tremendamente diretto, dalla cura, quasi maniacale, con cui è stata composta la produzione di ogni singola traccia. Teatrali melodie, mielosi rallentamenti su luminose e drammatiche tessiture di pianoforte o di tromba, parti cantate, nel vero senso della parola e vocalizzi in falsetto che sono l'emblema della trasformazione che colpisce Tyler sia come personaggio, sia come cantante, sia come uomo. Nonostante sia sempre il ribelle bastardo che manderebbe a quel paese chiunque, con questo album egli dimostra in maniera assoluta di essere diventato un artista a tutto tondo. Un artista che sa comporre un disco importante, strapieno di emotività, ma che sa anche come promuoverlo e ottenere fama, soldi e successo. 

Ma Tyler ci avvisa: lui odia tutto ciò. Lo detesta! Sebbene nei live show dimostri di amare i suoi fan, lui odia essere diventato famoso. Odia le troppe responsabilità che gli attribuisce il successo, odia il fatto che non possa sfuggirne perché preferirebbe stare lontano dal clamore del music-business e da ciò che lo allontana dai suoi amici e dalla sua famiglia.Perché? Beh questo lui già ce lo diceva su Goblin. Lui è un walking paradox, come diceva su Yonkers, un paradosso che cammina… uno che ti ringrazia perché lo sostieni e allo stesso tempo è capace di mandarti affanc*lo perché non ti vuole tra i piedi.Con un sonoro F*ck You infatti, comincia l’intro omonimo del disco, tra note di carillon e synth asfissianti da quanto sono tragici! In esso le ricorrenti voci interiori del protagonista ci presentano un nuovo personaggio, un tale Sam, ennesimo alter ego di Tyler, votato all’uso di droghe, alla violenza, alle armi da fuoco e all’edonismo più sfrenato. Testimonianza di ciò è la seguente Jamba con Hodgy Beats. Rimbalzante e possente per via dei flow dei due rappers, è posta quasi in contrasto alla successiva Awkward, in cui troviamo le prime avvisaglie del nuovo Tyler: vocalizzi in falsetto, alterati da pitch-shifter che recitano “You’re My Girlfriend”. Ma Tyler non era un misogino/pornografo? Sullo stesso stile scorrono lente e passionali Answer, Slater e 48 che quasi sforano nell'r'n'b e dimostrano appieno la crescita artistica del rapper di Ladera. Un po’ fuori dal coro Domo23 (primo singolo) e Thrashwang. Rockeggianti e movimentate rappresentano il lato più punk di Tyler e del suo collettivo Odd Future.Diretta come un treno, senza respiro, su una base fatta di solo pianoforte e synth, scorre Colossus, canzone preferita da chi scrive per lo stile In-Your-Face di Tyler, che racconta di come non sopporti la morbosità di certi fan e il completo annichilirsi della sua vita ordinaria. Un po’ pesantuccia la tripla canzone PartyIsntOver/Campfire/Bimmer, di ben 7 minuti per 3 minicanzoni pseudo romantiche, rallentate e tristi che chiudono sostanzialmente la prima parte dell’album, e danno vita alla seconda che contiene i vari featuring con gli altri artisti. Su tutte sono da segnalare IFHY  con Pharrel Williams, in una canzone che è in pieno stile Neptunes e Treehome95 con Erykah Badu. Non tutte, certamente, sono delle super-hit ma i loro ritornelli/motivetti/cantilene vi si stamperanno così tanto in testa che vi ritroverete a cantarli persino sotto la doccia.Da Pigs, a Rusty, da Parking Lot a Tamale, abbiamo la parte conclusiva dell’album. Lone rappresenta l’ultimo battito colorato di questo straordinario album, che sebbene appaia come un semplice album di alternative rap americano, sia in realtà un opera che ha bisogno dei suoi giusti tempi per essere assimilata per la qualità dei suoni proposti e dei messaggi che questi veicolano.Vi piace Tyler, The Creator? All’inizio sarete spiazzati, ma col tempo, forse, vi innamorerete di Wolf. Non lo conoscete? Dateci un ascolto, ne resterete piacevolmente colpiti. Questa è la sua musica, prendere o lasciare.

Day is getting dark like the area's turning urban
You'll be fucking nervous like me inside of a churches

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