Il bambino di “BOY” si è incazzato, siamo nel 1983, l’Irlanda attraversa un periodo difficilissimo. Quale occasione migliore per il salto di qualità?
Basta con i garage, basta parlare di adolescenti e di autunno: WAR rappresenta per gli U2 l’album della svolta, abbandonato l’underground i quattro incominciano il loro cammino verso l’olimpo del rock.

La sensazione che si prova ascoltando “SUNDAY BLOODY SUNDAY” è indescrivibile: la marcia disperata e i colpi di MULLEN entrano dritti nel cuore, il riff di THE EDGE provoca una reazione a catena sulla pelle ed un brivido incredibile attraversa tutto il corpo…
And the battle's just begun/ There's many lost, but tell me who has won/ The trench is dug within our hearts/ And mothers, children, brothers, sisters/ Torn apart”.
“NEW YEARS DAY” è spettacolare, il pianoforte accostato alla chitarra elettrica crea un qualcosa di indescrivibile, il testo disperato è riassunto dal titolo dell’album e il cielo rosso sangue citato nella canzone rievoca il titolo rosseggiante sulla copertina: “WAR”.
“LIKE A SONG” e’ un’ esplosione di rock duro e puro, “SURRENDER” e’ una canzone meno impegnativa e più rilassante così come “RED LIGHT” che con un po’ di basso in più sarebbe stata a suo agio in “Blood Sugar Sex Magic”. “SECONDS” è stupenda e in “DROWING MAN” la potenza della voce di BONO soppianta tutti gli strumenti in una ballata senza ritornello un po’ strana, ma molto appassionante.
Niente cazzate superficiali, sono lontani i tempi di “ONE” di “BEAUTIFUL DAY” … questi sono gli U2 amici, quattro ragazzi incazzati con delle enormi zattere punk in testa, non eccessivamente bravi, ma molto, molto, molto sinceri (almeno all’inizio della loro carriera)!

Negli anni ottanta una nuova pagina della storia del rock venne scritta da quei quattro, il giro di batteria di “SUNDAY BLOODY SUNDAY” è proprio li, accanto a “We will rock you”, accanto a “Good times bad times”.
Allora si che erano sinceri, ne avevano tante di idee, allora si che lo volevano cambiare davvero il mondo…

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