Nebbia da fare schifo. Tutte le mie preghiere furono rivolte all'"Individuo", mia personale guida spirituale inconsapevole, nel non omettere la quantità di ciò che si rivelò essere fondamentale per l'inserimento della mente in un contesto extra-corpo-porno-sensoriale che a breve si sarebbe materializzato ai nostri occhi auditivi. Alla mia destra, nel sedile anteriore del passeggiero, l'"Individuo" sogghigna festante in attesa dell'arrivo imminente verso Mezzago, terra di nessuno in campo sociale, Mecca spirituale dell'underground europeo, se non addirittura mondiale.

L'Arrivo. Le mie mani di cera scivolarono su un volante squallido obbligandomi a parcheggiare dove le "Dame", dei sedili posteriori, ritennero più rimarchevole nel sostare per quelle due/quattro ore che furono fatali nell'arco temporale della nostra permanenza. L'erba d'innanzi a noi, stantia per freddo, ricongiunse il colore verde alle nostre membra ghiacciate ed accese in volto l'"Individuo" di una brutale gioia fottuta. Capii che qualche cosa sarebbe andata storta, inevitabilmente, storta. Oh sì, cazzo, sì. L'"Individuo", agendo in modo prosaico, si congedò dalle nostre presenze in attesa di tramare il suo piano di perdizione, lontano dalla luce, in attesa che l'evento cominciasse definitivamente. L'acuirsi di quest'ultimo risultò immediato, quanto immediadata fu la mia ricerca dell'"Individuo" che smarritosi, suscitò in noi tutti grande sgrazia subito mutata in condiscendente mutismo. Dalle Sue grevi mani, distribuitoci a turno, l'individuo distribuì il nostro pasto di perdizione infine consumato, ignaro d'essere iperstatico in quanto tale.

Ora. Da ora le cose sarebbero andate peggio. Lo fiutai dallo sguardo delle persone, in-eufirche al tatto, divenute obsolete per il loro trascinarsi da metro quadro a metro quadro: un cerchio di sevizie. Offuscato agli occhi, un palco parve materializzarsi nel bel mezzo di una nebbia luciferina che rese colma di remore e rancore l'atmosfera. All'improvviso il buio, il compromesso tanto insperato, ed una cerchia di ecto-plasma colmi di perversione affondò i suoi artigli sui nostri poveri crani di Provincialotti mal cresciuti, nella speranza che quella che pare la voce di un Dio tossicodipendente, cessi di espandere quel suo lamento Unidirezionale. Occhi, labbra, denti consunti come spoglie, tunnel di palpebre senza fine conducono me, saldamente aggrappato all'"Individuo", oltre quella che doveva essere una gita di piacere rivelatasi anzitempo una scongiura in carne ed ossa. Quelle urla disumane accesero la ceca rabbia in ognuno dei compatrioti traditi dal tempo, soffocando l'emozione sino alla totale apatia. Un codice binario di prevenzione mista anti-prevenzione. Sino al termine, sino alla morte.

La Fine. Il retrogusto delle frasi da me distrattamente concesse alla triade di mio accompagnamento, scioccò solamente dopo ore quella che divenne la condizione di sperduta ed irreversibile ascesa. Uniti, per mano, il veicolo ora divenuto di ghiaccio, ci avrebbe ricondotto lungo la via del ritorno, diversi: cambiati. Frecce direzionali indecise, tra svolte a destra o a manca, condizioneranno ancora per poco quella che si rivelò una serata particolarmente opaca per i tre quarti della spedizione. Ma intanto, nel suo sedile di passeggiero, con il volto chino sul petto, l'"Individuo" sorrise sinistramente, reo di aver portato a termine la sua profezia nel modo più occulto possibile, tramando nuove disfatte dell'ordinarietà. Tramando nuovi sentieri di non ritorno...

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