Ciò che mi accingo ad affrontare con questa recensione è un lavoro lungo e duro, come tale è sicuramente stato per chi, a questa compilation, ha partecipato e, a loro, va la mia massima stima e il mio massimo riconoscimento per tutto il sangue versato (metafora musicale).

La storia di questo lavoro parte lontana: quasi due anni fa la rivista Colossus Project, finlandese, già avvezza a realizzazioni di questo tipo, decise di far rivisitare da 34 band di tutto il mondo i canti danteschi dell'Inferno, ovviamente in versione prog. Ci vollero parecchi mesi per definire il lineup, che alla fine dei conti risultò estremamente eterogeneo, come stile musicale e come provenienza geografica. Gruppi dediti al prog sinfonico, al new prog, alla fusion, dal Giappone, Argentina, Russia, Italia, Francia, ecc. ecc. si misero all'opera. Chi all'epoca riuscì a leggere le linee guida dell'opera, appuntò di dover rientrare in canoni ben precisi, con una durata tra i sei e i sette minuti, brani ovviamente ispirati al canto scelto con testo rigorosamente in lingua madre o strumentali, toni cupi e gotici, strumentazione vintage e analogica, fatta di Hammond, synth monofonici e, come ovvio, di vagonate di Mellotron e flauto. Come previsto dalla forma tipica dantesca il volume sarebbe dovuto uscire su CD triplo, ma a causa dello sforamento di tempi di alcune band è uscito in cofanetto quadruplo, ma a costo decisamente conveniente, edito dall'etichetta francese Musea Records. La monumentale opera non poteva essere privata di un altrettanto ricco booklet con testi, traduzioni in inglese, foto e componenti di ogni band, storie, trame e chi più ne ha, ne metta. Il booklet, la copertina e l'impaginazione, peraltro, sono state curate in maniera elegante, professionale e molto italiana da Davide Guidoni, ormai punto fermo per la grafica legata al rock progressive e non solo, visto che partecipa anche come batterista in un paio di brani.

E veniamo al risultato sonoro. L'impatto è deciso dai tratti epici, maestoso nei suoi sviluppi e decisamente monumentale, con quanto di positivo e negativo si possa portare dietro questo aggettivo. Delle 34 band selezionate circa un terzo sono italiane, ma non tutte hanno rispettato le linee guida in merito alla lingua madre e alcune cantano in inglese. Il primo volume apre proprio con gli italiani Nuova Era, con un brano aggressivo e perfettamente calato nella parte, altri brani si elevano nell'ascolto di questo volume come quello dei russi Little Tragedies o quello di chiusura dei Colossus Project capitanati dall'ottimo tastierista Alfio Costa. Meno buoni a mio parere quello degli olandesi Lady Lake che specie nella prima parte è troppo dolce e allegro e quello degli italiani Greenwall, molto frammentario e pretenzioso. Nel secondo volume spiccano i brani di Matthijs Herder, ricco ma dosato con splendido equilibrio, quello dei marchigiani Garamond, unico brano dell'intero lotto a dirigere i temi verso temi avanguardastici e RIO e verso l'improvvisazione, ottime le nipponiche Ars Nova con il solito hard prog tastieristico fulminante, decisamente inadatto quello degli svedesi Brightey Brison, allegretto e sbarazzino, mentre quello degli italiano Wicked Mind è a mio parere il miglior brano dei quattro volumi, con il suo sinfonismo a tema, ben suonato, ben integrato e perfetto nella riuscita, gran melodia vocale e chitarre molto anni '70. Il terzo volume vede come picchi qualitativi gli Ozone Player e gli americani Advent con il loro stile molto Gentle Giant, buono anche quello dei bresciani Notabene, mentre trovo purtroppo inferiore quello del Consorzio Acqua Potabile, piuttosto banale e non troppo nel tema. Il quarto volume apre con gli italiani Armalite con un ottimo brano cupo e misterioso, bello il testo e l'esplosiva voce, bello il finale con scambio di assoli tra chitarra e tastiere, buono anche quello di De Rossi e Bordini, forse un po' meno in tema sonoro gli altri brani del volume con un punto di negatività per i Corte Aulica, per un brano ottimo dal punto di vista tecnico e compositivo, ma distante dal tema sonoro richiesto dall'opera.

In conclusione un prodotto, affaticante ma pienamente soddisfacente fatto di prog con gruppi che rappresentano una buona fetta delle migliori cose uscite negli ultimi anni, si può ascoltare professionalità, capacità di alto livello in esecuzione e nella composizione e, anche nell'ingabbiamento sonoro imposto dalle linee giuda, tutti hanno saputo esprimersi con impegno e serietà. Anche i brani che ho indicato come meno riusciti hanno alle spalle tanto lavoro e tanta fatica, rabbia, sforzi e risultati che comunque vanno premiati.

Il disco è acquistabile dal sito della Musea Records a meno di 35 Euro e tutto sommato vale la pena portarsi a casa questo disco, che ben rappresenta i tempi correnti in tema di rock progressivo. ovviamente nei prossimi anni seguiranno, con lo stesso schema, i volumi di Purgatorio e Paradiso.

Scusate la lunghezza, ma stiamo comunque parlando di un disco quadruplo e di oltre quattro ore di musica articolata e complessa, eseguita da band provenienti da 13 paesi diversi.

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