Se vi piace il rock'n'roll mal prodotto e puzzoso di grezza ignoranza, care mie, non andate oltreoceano, evitate di cercare gli eredi degli Oblivians o cose simili.

Frugate, piuttosto, nell'underground più underground del nostro paese e mettetevi alla ricerca dei temibili Verde Bianco Rosso. E chi cacchio sono questi? Avete ragione a porvi questo interrogativo. "Rumore" e "Rockerilla" non ve ne hanno mai parlato e la maggior parte dei punks o dei rockettari non hanno mai avuto l'opportunità, causa problemi di distribuzione, di sentire la proposta dei ragazzotti ivi recensiti.

Precisiamolo subito: si tratta di una band politicizzata e vicina all'ultradestra. "Uh ma ancora 'sta roba? Senz'altro sarai un odioso troll!". Troll lo sono ma c'è modo e modo di esserlo.

Comunque, potete dar loro più di un ascolto se un marxista come il sottoscritto riesce a sentirsi per intero questo loro parto.

R'n'r, hard-glam (almeno negli intenti) e punk rock, sono gli ingredienti di questo LP. Registrato male, suonato in maniera approsimativa e cantato con una voce che graffia e fa incazzare. I testi sono veramente elementari e, se dotati di quella rara caratteristica chiamata umorismo, vi faranno sbellicare dalle risate. "Bella Signorina", per concludere, è il manifesto di questi autentici cazzoni. Ma ce ne fossero di cazzoni così coinvolgenti! Goliardia, impegno pseudo-politico, birre e chitarre distorte.

Se siete irrimediabilmente immobilizzati dal gelo del "politically correct" andate pure avanti e cercate la prossima recensione Post Rock o Nu Gaze.

PS: Lo ripeto. I testi del gruppo sono talmente banali da risultare politicamente innocui.

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