"Gesù sta morendo nel mio letto compagnio sin dalla nascita in questo straniante sporco covo, non ha mai realmente vissuto, la scorsa notte ho picchiato Lui come Lui non lascerebbe, il mio folle occhio vecchio a Lui come il suo corpo staffilato insanguinato, io spesso lo stupro come nient'altro.  Egli ricciuto come un feto e dipinge il suo volto con tristezza ora un frammento di rimorso ha inciso, bendaggi sue ferite, mi bacio il volto di Gesù Cristo, ma Egli è morto che cosa posso fare? mi ha abbandonato, ha chiamato messa, mi aspetta a seguirlo ma ora Egli è morto e con Lui le sue profezie, io seppelire Lui non come insulto per il tuo volto come il suo cadavere particolarmente mi dispera, il suo dito freddo rigidi i punti in cui non sono stato... da casa mia, una gabbia di legno marcio inciampare via di porre sotto il cespuglio le ossa gemere, coltivare il terreno e crescere più vicino il sole riceve uno sguardo vuoto, che piange  conosce la mia vita è andata non ho più niente da offrire ma la mia carne per questo suolo, e una sola lacrima segna la mia preghiera finale, bocciolo di rosa si siede nel palmo della tua mano come fiore, questo fiore essa fiorisce"

Un sacrificio, una sofferenza, una carestia, un solo ultimo respiro prima dell'agonia mentre il dolce suono dell'angelo della morte vien sereno a porti il sonno eterno. Gesù Cristo un uomo fra tanti uomini perse la sua vita nel tentativo di salvarci dalla dannazione per liberarci dal male reso tale dalle debolezze titaniche di noi miseri esseri umani troppo impegnati a soddisfare il nostro liturgico sciocco ambiguo senso di perdizione verso il bene materiale. Tra tanto folgore tra tanto impeto scivola struggente il magico mondo della musica incantesimo fatato in cui almeno l'anima messa letteralmente a nudo nella sua fragilità e vulnerabilità abbraciata dalle sue dolci fauci attraversa un timeo mistico decadente, fuso dall'epicità avvolta nei meandri del classicismo sinfonico.Circondati dal silenzio più assordante timidi nella notte ci avventiamo verso la foresta dei dannati, il girovagare della siepe forgiata dalla pallida ombra del buio, corpi teneri eleganti sinuosi vagono intorno alla legiadra candida degli alberi, oramai sverzati dall'inverno, piacevole brezza la quale culla l'atmosfera gotica intorno al nostro corpo astrale.

"Sombre Romantic" il capolavoro, l'opera incessante annoverata nelle più svariate incarnazioni del Doom influenzato e variegato dalla musica classica.

Un'opera magniloquente baritoni, bassi, soprani, tenori, riff metallici rendono una vera e propria perla il valore di questa monumentale arte. L'album vive di emozioni contrastanti una dicotonia del dolore e della speranza. Voce in scream, cori operistici strutture sinfoniche, pesanti riff melodici tristi e sofferenti stile Doom, una sorta di lotta apocalittica tra bene e male, l'angelo caduto contro Dio uno scontro epico senza vinti ne vincitori una battaglia infinita. I brani riescono a toccare la nostra parte più intima in maniera tale da sfiorare i sentimenti più profondi resi schiavi da una maledetta gabbia. Così delicate le traccie sono unite l'una a l'altra a favore di una continuità nella tensione emotiva e drammatica.

Si parte con "Stare" inno corale operistico accompagnato dal suono acustico di chitarra ci induce a "Embrace" tortuosa impacciata adagiata nelle complessità "rabbiose" del metal. Fino ad arrivare forse al momento più importante della tensione emotiva che riesce a trasmettere "Museum Of Iscariot" non posso trattenere le lacrime mai nessun brano mi ha toccato così, anche quella chitarra che mi sussurra tristezza solitudine angoscia piange insieme a me, mi sento soffocato tremo di fronte a tanta magnificenza. Il mio cuore non smette mai di battere quando "A Poets Of Porcelain" procede a passo felpato nell'intercedere con la struttura ormai storpiata da tanta passione della mia anima.

Porterò per sempre questo capolavoro nei miei ricordi nella mia vita fino a quando l'ultimo attimo cesserà di battere. La mia anima andrà via decorata ardonata da un soffio soffice del vento lasciando la mia cenere sparsa nel suolo putidro della terra
IRRAGGIUNGIBILE SOGNO ETERNO...


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