Mah… non so proprio da dove cominciare.
E quando inizio con “non so proprio da dove cominciare", di solito, sto per massacrare la band e il disco in questione. E, purtroppo per “Forever Fight” sarà così.
Sarò molto breve.
Seguo gli “White Skull” da una vita. È stata una band piena di risorse e qualità, sin dagli inizi, quand’ancora militava negli stessi, al microfono, la loro prima singer Federica De Boni. Non che la band mi abbia mai entusiasmato più di tanto, almeno per ciò che concerne gli esordi.
Forse perché era ancora un po’ immatura e non sapeva a quale ramo dell’albero attaccarsi, se a quello più heavy o a quello più dannatamente commerciale, alias “power merdal”.
E così è stato fino al cambio in formazione, con la sostituzione di Federica e l’entrata in scena del mitico singer Gustavo "Gus"Adrian Gambamò, dal nome chilometrico ma dalla voce davvero fantastica. Così come è stao fantastico il loro concept album “The Dark Ages”, davvero ispiratissimo.
Poi un cambio di rotta vero lidi adiacenti all’heavy più ruffiano, quel “The XIII Skull” dall’impatto fortemente commerciale e più “gay metal”. Decisamente una scelta che costò non poco alla band che, tuttavia, seppe rifarsi con l’ultimo capolavoro “The Ring Of the Ancient” dove, l’intera band seppe dare il massimo con un Gustavo sempre sopra gli scudi. Grande heavy metal, scritto, composto, suonato e cantato con i contro cazzi!
Poi, l’ennesimo split e l’ennesimo cambio di singer. Band a porte girevoli, questo Teschio Bianco. Porte girevoli che riguardano solo i singer, a quanto pare. E che prediligono singer di sesso femminile, come la new entry Elisa “Over” De Palma.
E, così, siamo al punto di partenza. Disco che ha l’ingrato compito di tener testa al suo predecessore. Ma che, non solo non riesce ad affiancarlo, ma risulta essere noioso e scialbo.
Sarò io che chissà cosa mi aspettavo ma, in tutta franchezza, questo disco, può ritenersi uno tra i meno riusciti della band. Band che sembra priva di idee. Band che non sa più che accidenti inserire nel proprio songwriting. Band che inserisce una bonus track, pota in chiusura, quella “Beer Cheers”, davvero idiota nei testi e che pare fare il verso a qualche folk metal band del panorama.
Non mancano episodi convincenti, come la bella “Attle And Sleda”, la più lunga all’interno dell’album, con assoli degni di nota e un break acustico davvero molto struggente.
Ma tutto pare scomparire nel “vano” o nell’invano tentativo di emulare non so chi o che cosa. Forse loro stessi o forse, questo, neppure gli “White Skull” lo sanno.
Canzoni piatte e scontate. Heavy metal roccioso, a volte speedy, a volte più lento e cadenzato. Ma, ahimè, quasi (troppo) sempre noioso e scontato. Poche idee, poca roba, poche briciole. Troppo “vuoto a perdere”. Mi spiace essere così duro ma, secondo il mio modesto parere, questa volta hanno toppato alla grande (e, a dir la verità, con gli White Skull, alle”toppature”, di questo passo, dovrò iniziare ad abituar mici).
Passo falso? Speriamo. Così come spero che il prossimo disco sappia risollevare il morale della band e il mio che è letteralmente a pezzi…..
Sayonara!
Elenco tracce e video
Carico i commenti... con calma