Che ne dite, ce lo facciamo un salto in Finlandia? Ma sì dai, ci sono così tante cose belle da vedere: i boschi che coprono ben il 70% del territorio, gli innumerevoli laghi di origine glaciale (quasi 188.000), gli allevamenti di renne nella tundra abitata dalla popolazione Sami... Ah ma dobbiamo parlare di musica? OK, allora partiamo dal 1967, anno in cui nacquero i Blues Section, primi nel proprio paese a discostarsi dal linguaggio ormai universalmente riconosciuto del beat-pop e ad avvicinarsi a certe sonorità jazz, senza perdere l'accessibilità della propria proposta musicale. La suddetta formazione ebbe vita breve poiché, dopo un anno e mezzo e la pubblicazione di un disco omonimo, si sciolse, ma, dalle sue ceneri, sorsero i due pilastri sui quali si sviluppò tutta la scena prog finlandese: i Tasavallan Presidentti e i Wigwam, dei quali adesso diremo due o tre cose.

La band viene fondata nel 1969 da Ronnie Österberg, ex batterista dei Blues Section, e vede anche la partecipazione del cantante di origine inglese Jim Pembroke, anch'egli in precedenza militante nel gruppo di cui abbiamo poc'anzi accennato. Oltre ai due compagni di vecchia data troviamo Mats Hulden al basso, Nikke Nikamo alla chitarra e Jukka Gustavson all'organo e al piano, nonché alla voce nei pezzi da lui scritti. I due cantanti, essendo i principali compositori e oltretutto lavorando separatamente, hanno contribuito a creare due stili ben distinti all'interno della band, come si evince sin dal primo disco "Hard 'n' Horny", dove uno si occupa del materiale nel lato A, mentre l'altro prende possesso del lato B. Nel 1970, l'uscita di "Tombstone Valentine", vede l'arrivo e il già determinante contributo del terzo storico compositore del gruppo, nonché polistrumentista addetto a basso, chitarra, violino e tastiere: Pekka Pohjola, giunto per rimediare alla defezione sia di Mats, deciso a continuare gli studi, che di Nikke, andatosene dopo alcune accese discussioni con il produttore Kim Fowley.

Un anno dopo vede la luce la loro terza fatica discografica, "Fairyport", caratterizzata da un'ampia varietà sonora, ma allo stesso tempo da un equilibrio tra le varie composizioni, partorite dalle tre menti a capo del progetto, di rara pregevolezza e armonia. Gli episodi nei quali l'impronta progressive è più profonda, portano la firma di Jukka e si sviluppano sui toni dell'organo e del piano, abbagliati dalla splendida voce del tastierista, dal timbro a tratti molto gabrieliano, e supportati dalla batteria di Ronnie, ora pacata e gentile (Gray Traitors - Caffkaff, the Country Psychologist), ora agile e imprevedibile (Losing Hold - unica traccia scritta con l'aiuto degli altri due compositori). Jim si occupa dei pezzi più brevi e immediati, ma non per questo meno interessanti, poiché al rock leggero di "Rockin' Ol' Galway" e di "How to Make it Big in Hospital", dove appare anche la chitarra della guest Jukka Tolonen, si contrappone l'intimità di "One More Try" e della conclusiva "Every Fold", entrambe superate in grazia solo dalla disarmante dolcezza di "Lost Without a Trace" in cui il piano e la chitarra acustica riescono ad emettere suoni così delicati da sembrare quasi carezze.

Il territorio dominato da Pekka, prettamente strumentale, vede il basso e il piano andare di pari passo, inseguiti dal ritmo questa volta più deciso della batteria e arricchiti da fugaci apparizioni di harpsichord (P.K.'s Super Market) o da intense incursioni violinistiche (Hot Mice - tributo all'Hot Rats di zappiana memoria...), queste ultime accompagnate anche dai fiati, composti dai clarinetti di Unto Haapa-aho e Risto Pensola, i sassofoni di Eero Koivistoinen e Pekka Pöyry, il fagotto di Tapio Louhensalo e l'oboe di Ilmari Varila. Il reparto fiatistico entra in scena soprattutto nelle divagazioni strumentali dei brani più lunghi, come la melodica "May Your Will Be Done, Dear Lord" o la stupenda "Fairyport", entrambe frutto dell'incontenibile genio compositivo del solito Jukka, infallibile anche qua con la sua incredibile perizia pianistica ed il suo cantato particolarissimo ma estremamente convincente.

In origine il lavoro uscì come album doppio, contenente una lunga jam-session live chiamata "Rave-Up For the Roadies" (presente anche nella versione CD), suonata magistralmente ma penalizzata da una qualità di registrazione non delle migliori e comunque non molto in linea con il resto del disco. Dopo il successivo Being del '74 la storica formazione a quattro si scioglierà, ma i Wigwam non finiranno con essa poiché i due fondatori Ronnie e Jim creeranno una nuova incarnazione della band, mentre Jukka e Pekka si concentreranno sui propri progetti solisti, dei quali magari potremmo parlare, un giorno o l'altro...

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