Beh, mi capita di sentire per caso questo disco e ora vi dico.

C’è questa strana etichetta americana che si chiama The Numero Group, originariamente concepita come un'etichetta di compilation e ristampe di musica un pò oscura e dimenticata che non aveva avuto successo. Etichetta che poi, in realtà, ha ristampato anche musica di diversi nomi importanti tra cui Husker Du, Blondie, Syl Johnson etc.

Comunque sta di fatto che qualcuno tira fuori dall’oblio, in cui galleggiava da oltre trent’anni, quest’album del 1977 di tale Willie Wright, album che non riscosse, al tempo, alcun riscontro di vendite e rimane sbalordito. Un soul acustico che ricorda un pò Bill Withers per la voce, un pò Terry Callier, ma molto particolare, con un timbro personale e un certo miscuglio di generi e sonorità che lascia spiazzati.

Dopo qualche ricerca, si risale alla storia, in verità scarna, dell’autore che inizia nei tumultuosi anni 60 come cantante in un trio doo-wop a New York dove compone i suoi pezzi esibendosi poi da solista nei locali e clubs del Greenwich Village.

Viene notato ma si dice che rifiuta di firmare con una major per mantenere la sua libertà creativa. Però da solo non riesce ad andare avanti e deve sbarcare il lunario cantando qua e la per bar, locali e anche per strada. Insomma, per farla breve, ad un certo punto si trasferisce a Boston e fonda una sua etichetta con cui pubblica un singolo e poi un album ma senza alcun successo.

Deluso, dopo alcuni anni si sposta nell’isola di Nantucket, meta turistica al largo di Newport o giù di lì, e lavora suonando cover per i membri di uno yacht club privato ma riesce anche a scrivere nuovi pezzi, che andranno a costitituire “Telling The Truth” e che registrerà in un solo giorno, per problemi di costi, in uno studio di New York. Di vendite nemmeno l’ombra.

Continua ad esibirsi per una quindicina d’anni e nei primi anni ’90 si trasferisce ancora. Va a Providence nel Rhode Island e qui si da da fare fino al 2002 quando si ritira.

Nel 2011 la Numero Group compie il miracolo e ristampa prima in cd poi in vinile “Telling The Truth” e improvvisamente lo si riscopre. Lui riesce ad incidere anche un album nel 2012 ma la malattia incalza e muore nel 2020.

Per tornare all’album non vi allieterò col track by track, ma vorrei capiste che il fascino di quest’album sta proprio in quegli aspetti che risultano, oggi, un pò anacronistici: il sapore calypso di "Nantucket Island", la chitarra funkeggiante di "I'm So Happy Now", l'atmosfera sognante di "Lady of the Year" e "In The Beauty Of The Night" e il flauto jazz che suona lui stesso e che accompagna tutto il disco come un fil rouge. E in ciascuno dei brani ci si potrà trovare qualcosa di diverso ma proveniente dalla sua epoca e solo da quella.

Per inciso la Numero Group ha sapientemente ristampato con molta cura. Sia l'edizione CD che quella vinile includono un singolo bonus contenente l'unico 45 giri di Wright, una cover di "Right On For The Darkness" di Curtis Mayfield, il suo lato B originale "Africa" e un brano originale precedente tratto dal primo album di Wright intitolato "Lack of Education". Inoltre, questi contenuti extra non sono aggiunti alla fine dell'album come di solito nelle bonus track, ma sono inclusi, sul vinile, come una replica extra da 7" o, per il CD, come un vero e proprio singolo da 5" funzionante.

Chiedo venia per essermi dilungato (ma neanche tanto), ma la storia di Willie Wright è di quelle che danno emozioni, una storia vera piena di cadute e risalite come è quasi sempre la vita di un artista.

Sono convinto che meriti un ascolto e anche se qualcun altro avrebbe, sicuramente, potuto esprimersi meglio di me nel portarvi nello strano mondo di Willie, dovrete accontentarvi, per ora. Ajò.

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