Il primo album degli Wire, Pink Flag, era quasi un capolavoro filosofico. Si trattava di un saggio sulla brevità, quell'ossessione tipicamente moderna della velocità e della sintesi. Non è un caso se il formato canzone della durata media di 3 minuti è diventato la più emblematica espressione artistica del ventesimo secolo. Gli Wire, essendo da subito talentuosi, e perciò ambiziosi, si erano proposti con quell'album di fare un esperimento sonoro. Raggiungere i livelli massimi di compattezza, racchiudere il massimo di idee, di suoni, di varianti, nelle più piccole porzioni temporali.

Il secondo lavoro, Chairs Missing, doveva essere necessariamente diverso. Si doveva procedere di nuovo verso la forma-canzone classica. Era evidente. Ma come farlo rimanedo innovativi? Gli Wire ci riescono mantendo una caratteristica fondamentale di Pink Flag: l'imprevedibilità. In tal modo nei brani di Chairs Missing è ancora più chiaro il geniale corto circuito proposto dai nostri. La struttura della canzone e il suo contrario, il destrutturato, il dis-ordine, si richiamano continuamente in un gioco che non stanca mai, che rende queste composizioni immensamente ricche e fluide. Inafferabili. Ogni canzone pone le premesse accettate dal canone,: brevità, immediatezza, melodicità. Ma le intacca dall'interno. Ecco che allora la brevità non impedisce di essere originali e fantasiosi. Ecco che l'immediatezza non impedisce lo svilupparsi di una enorme complessità compositiva. Ecco che la melodicità viene accettata ma rinunciando quasi totalmente al ritornello.

Gli Wire offrono una riflessione su cosa è una canzone pop muovendosi sui suoi limiti. Ancora un passo e siamo oltre. Ma non lo fanno quel passo. Restano lì. Ed è affascinante guardarli camminare su questo stretto confine come acrobati spericolati. E vederli trionfare senza mai cadere. E' un lungo processo di decostruzione.

Dicevamo: Quasi nessuna canzone qui ricorre al ritornello. Eppure quanti frammenti orecchiabili! Dopo diversi ascolti l'album conserverà sempre qualcosa di inafferrabile, il suo centro si sposterà sempre altrove. Come detto sopra è l'imprevedibilità che scuote queste composizioni e gli regala la loro eterna alterità. Gli Wire fanno sempre qualcosa di strano, di anomalo. Qualcosa che non ti aspetti. L'unico pezzo che è veramente solo una pop song è Outdoor Miner ma è una pop song talmente riuscita da essere la benvenuta ed è dunque una sorta di ciliegina sulla torta del post-punk.
Con Chairs Missing la New Wave inizia a definirsi e a diventare adulta.

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