Non conoscevo neppure questa band. Il disco mi è stato regalato da un amico che ascolta power metal a manetta.

 Effettivamente la mia prima impressione è stata "bleah!".... non potevo digerire l'ennesimo disco power, ma lui ci teneva tanto che io l'ascoltassi.

Orbene, i Wuthering Heights provengono dall'Olanda e molto mi ricordano lo stile degli Astral Doors, una delle poche band che, all'interno del panorama power metal, riescono ancora ad impressionarmi parecchio. Mai scorderò "Evil Is Forever" degli anzi detti Astral Doors, ma queta è un'altra storia.

Parlando di "The Shadow Cabinet", come detto, si avvicina molto allo stile degli AD. Anzi, direi che gli emula in toto, se non fosse per delle soluzioni davvero originali che fanno della loro musica una trovata eccezionale e mai banale, come alcuni inserti folk e alcune accelerazioni improvvise e cambi di tempo, che rendono alle song la marcia in più che in un album può fare la differenza.

E quando dico che ci sono sinonimi con gli Astral Doors non mi sbaglio proprio perché, vedendo sul libretto, noto che la band si avvale dell'aiuto, dietro ai microfoni (ecco dove l'avevo già sentita quella voce) di Nils Patrik Johansson (ex Astral Doors) che riesce a donare quel tocco magico alla voce.

Finalmente un singer che canta e non che ulula o, peggio ancora, sforna acuti degni dei migliori eunuchi.

Dal punto di vista del sogrwriting le song si differenziano molto tra di loro: ci sono quelle rabbiose (l'opnener), ci sono quelle in cui è bello udire i cambi di tempo e le accelerazioni di chitarre, e batteria ("Carpe Nctum"), c'è la ballad, davvero gradevole (la conclusiva "Midnight Song") e c'è il folk. Folk che non disgusta per la sua onnipresenza ma che è gradevole ascoltare in alcuni interessanti intermezzi e bridge che la band ha saputo costruire bene.

Il tutto viene amalgamato da una produzione all'altezza (beh, in fondo siamo al quarto album in studio!) che riesce a non far annoiare mai l'ascoltatore. Pezzi come "Sleep" fanno rimanere di stucco l'ascoltatore. Ascoltare per credere.

Altro non aggiungo se non quello di dare una chance a questa band che dell'originalità ha fatto il suo trade mark. E, detto da uno che oramai ha i maroni pieni di power metal è tutto dire.

Dopo la delusione targata Dragonforce mi rimangio tutte le bestemmie sul power con questo buon "The Shadow Cabinet".

Pirotecnico.

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