Il pomeriggio del 4 luglio mi trovo con i soliti sospetti sulle minute colline antistanti a Tollwood, un mercatino folkloristico con bancarelle provenienti da sotto e sopra l'equatore. Il tempo è sereno e c'è un via vai di gente consistente già alle 4.00 del pomeriggio.
Sono stato convinto a comprare il biglietto di questo show da un amico, diceva che non bisogna assolutamente perderlo. A dire la verità io possiedo solo un vinile degli Yes, per l'appunto Yessongs, una raccolta di registrazioni live a cavallo tra il '72 e il '73. Non so ancora cosa aspettarmi da questo concerto perché se si tiene presente la discografia di questa band... non si sa che pesci pigliare.
Dopo una sosta al bancone, zavorrato di birra, mi avvio verso le prime file e noto che l'età media del pubblico rispecchia l'anzianità della band, ma non ci faccio caso e mi considero un'eccezione.
La band chiamata a supportarli si chiama Kraan; ormai non piú in attività, questi "Old German Rockers" hanno deciso di rispolverare gli strumenti e introdurre i loro cugini maggiori. Nel frattempo consolido la mia posizione in seconda fila tra occhiate maligne e brontolii di fans acciaccati.
Giunge l'ora degli Yes, la luce si oscura e parte l'intro... lo stesso identico intro di Yessongs. Appaiono i membri e appare il palco che cosí addobbato vuole richiamare le atmosfere delle copertine dei loro album, oserei dire surreale. La band parte in quinta, veloci, precisi, suono e acustica perfetti e... aspetta! Io conosco questa canzone... Yessongs!!
Arriva la prossima, poi ancora un'altra... tutto da Yessongs. Se il disco mi piace, vederli suonare mi fa impazzire.
La cosa incredibile di questo concerto è che non mi sarei mai aspettato di vederli suonare il 95% di Yessongs senza una pecca, qualità artistica indubbiamente alta, solo che quelle stesse cose erano state registrate 30 anni prima...
come mai Jon Anderson è intonato perfettamente? Chris Squier è una macchina, Alan White batte davvero forte e Rick Wakeman ha uno stage di tastiere che occupa mezzo palco... quanta classe!
Suonano molto a lungo, se la ridono dal palco... una notte di meraviglie progressive eseguite da chi il progressive l'ha disegnato.
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