Yoko Ono.
Molti pensano che senza John Lennon sarebbe stata una donna qualunque senza la fama che ha ora. Avrebbe partecipato ai suoi gruppi di sperimentalismo concettuale, con il suo Fluxus...
Può darsi. Può darsi che se non avesse mai conosciuto il celebre Beatle probailmente Yoko Ono non sarebbe conosciuta da nessuno.
E se ora è conosciuta non lo è certo per la sua arte, se così si può chiamare: spesso pretenziosa, altre volte estrema, altre ancora azzeccata. Il suo inconscio tentativo nella musica, dalla voce stridula, con alti e bassi è entrato nei dialoghi di molte persone all'interno del globo terrestre. Perché forse la non più giovane nipponica non aveva un vero e proprio talento per la musica, ma qualche suo buon contributo l'aveva saputo dare (come dimenticare "Walking On Thin Ice", "Open Your Box" o "Kiss Kiss Kiss").
Ancora più estrema e controversa è però la sua stravagante concezione di cinema e immagine: il suo operato visivo.
"Fly" è un suo cortometraggio, datato 1970, che dona il nome anche ad un suo difficilissimo doppio album e ci mostra, con una telecamera suadente e volteggiante, le movenze di una mosca (e poi di tante) camminare dolcemente sul corpo nudo di una bellissima donna nuda. La camera non ha pudore: riprende di tutto, senza rinunciare a prolungate sequenze sul pube, sulla vagina. Il tutto con scarna crudezza, mentre in sottofondo i vagiti di una orgasmante Yoko Ono rendono il tutto ancora più straniante.
Un difficile affresco di una creatività che dadaista vorrebbe esserlo, ma che si dimostra disturbante, quasi necrofilo nell'atmosfera malata che riesce a descrivere. Venticinque minuti difficilmente sostenibili, dove l'emozione più grande dello spettatore è traducibile con un'espressione basita prolungata. Riesce, incredibilmente, ad esprimere il sentimento della morte e la sua crudezza in modo raccapricciante ma efficace. E questa sensazione è trasmissibile allo spettatore come uno schiaffo.
Difficilmente definibile. Difficilmente votabile, "Fly" è un film che non ha mezze misure: o si ama o si odia. È da 1 o è da 5. io indeciso tra i due antipodi, mi astengo.
^_^
Elenco e tracce
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Altre recensioni
Di The_dull_flame
La sua voce taglia come un rasoio attraverso mugolii, urla e suoni gutturali che si avvicinano non raramente all'inarrivabile Diamanda Galas.
Fly è il manifesto artistico di una grande donna, spesso criticata ma comunque un'artista bizzarra che merita attenzione.