Che botta di culo!

Eh, si, perché non tutti i giorni capita di ritrovarsi a curiosare a caso in un blog e trovare un lavoro che soddisfa pienamente le proprie aspettative.

Le soddisfa in quanto a genere: "rock in opposition" e progressive con preziositá stilistiche delle avanguardie e l´inconfondibile impronta dell´ ereditá musicale di zio Frank baffone. Potrei chiedere di meglio?

Le soddisfa in quanto questo gruppo, o meglio, progetto musicale, riesce, cogliendo frutti di chi ha fatto la storia di questi generi, a creare un disco originale. Con questo non intendo dire nuovo o sperimentale, ma un disco che suona come dovrebbe suonare un disco di "RIO" composto nel 2005. Gli Yugen riescono abilmente anche a prevenirsi da una eventuale invecchiamento che il futuro potrebbe riservargli; non dipingono qualcosa di usato per farlo sembrare nuovo usando artifici moderni, ma si nutrono della linfa delle piante che hanno dato quei frutti, ossia quel movimento che ha infranto i canoni del classico, che chiamano le avanguardie del novecento, dando cosí alle sonoritá un alibi di atemporalitá.

Le soddisfa perché "Labirinto d´aqua" é tutt´altro che virtuosismo o esercizio di stile; é emozione. Complessa, cangiante, elaborata, come lo sono i fantastici arrangiamenti, che intrecciano abilmente le multiple sonoritá degli strumenti in intarsi di elettrico e acustico, sostenendo senza cadute una drammatica ma sottile tensione, efficace antidoto contro un possibile tedio che spesso affiora come conseguenza di una ricercata complessitá formale.

Le soddisfa anche perché é un disco italiano. Puó sembrare poco ma fa' molto piacere sapere che nell´ancor´ mia italietta si possono trovare opere di questo spessore.

Ecco, insomma, sono felice e soddisfatto.

 

P.S. Sará poco ma intanto questo é mio. Per chi volesse approfondire puó ascoltare un´intervista a Francesco Zago e leggere qualche informazione sul progetto e sul disco.

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