Char Aznable ad Amuro Ray faceva un culo così. Molto più stile e anche il robottone che guidava era molto più figo (guardavo quelle maledette VHS che mi furono passate da non so più chi pensando "il cattivo è sempre il più figo, dai sparpaglia i rottami di quell'inutile bidone bianco nello spazio").

Poi il tempo è passato e così è passato anche lui. Ma il suo lascito è rimasto. Le idee rivoluzionarie, la velocità del mezzo, lo stile. Giù giù fino ad una sua recente reincarnazione: Zechs Marquise

Una recensione su Gundam? No di certo. Ma la corretta introduzione alla band dei fratelli minori Omar Rodriguez-Lopez che in questo caso specifico ricopre la parte del precursore Char che apre la strada ai suoi figliocci "bastardi" qui al secondo dischello e già abbastanza tosti da prendere a bastonate un bel po' d'orecchie. Nei solchi di questo lavoro della Famiglia troviamo Marcel e Manfred rispettivamente batteria, tastiera, synth e basso di questa creatura micidiale affiancati da Matthew Wilkson e Marcos Smith con le loro chitarre funamboliche. Ma qui è tutto maledettamente funambolico, un Cirque du Soleil della progressione.

Io questo "Getting Paid" lo vedo come nato da una cellula luminosa di quel "De-Loused In Comatorium" che fu. Ma se nei Mars Volta la situazione era "i King Crimson che si pappano una pasticca jazz al sapore di Abraxas" qui ci trovo un percorso contrario. La contaminazione latinoprogressiva è prominente, incattivita e così evidente da non poter asserire altrimenti. Si staglia nel cielo di un deserto dai colori falsati dall'uso eccessivo di mescalito come fosse una lunghissima desert session in cui si ballano una quantità infinita di echi senza snaturare alcunchè della bravura di questi bravi ragazzi. Io ci sento giri di chitarra che provengono dall'est europa e che richiamano alla mente certi malanni circensi degli Sleepytime Gorilla Museum (ascoltare la title-track per credere), le devastanti armonizzazioni incatramate di math, storture del tempo che lasciano abbacinati, un uso smodato dell'elettronica che non è mai fuori posto pur essendo in ogni dove, ritmi di batteria a mò di treno che sembra di sentire una chimera in cui si mischiano Parliament e King Crimson (facciamo Brailey e Mastellotto a braccetto e in acido da ore) sia su "Lock Jaw Night Vision" che su "Everlasting Beacon Of Light" con le sue voci tribalifunkeggiantimalate. Le chitarre s'incastrano e scambiano continuamente e mi appare lo spirito di David Fiuczynski e del suo malato Jazz Punk un po' in ogni dove e "Guajira" ha un momento di tensione devastante che si risolve in un deliquio latino elettromistico che ti lascia lì come ti fosse passato un robottone (che viene da El Paso e non da Tokyo) sulla testa. 

La famiglia è un valore importante. Ma solo se è piena di pazzi di questo tipo. 

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