..E poi se ne vengono fuori con queste balle che il Rock è morto, che non c'è più nulla, che non tira più nulla, che nessuno ha più niente da dire.

No, no, no, no.

Niente di tutto ciò, ieri sera, al Viper. Una sala piuttosto affollata da gente in vena di divertirsi, cantare e (s)ballare, una backing band solida ma non anonima, dotata anche di due coriste di colore, e Adamo Verde in persona a dare tutto sul palco, il tutto a 10 euro. I miei occhi e le mie orecchie non potevano chiedere davvero niente di più ad un venerdì sera come Bon Scott comandi.

E così, dopo un'oretta di attesa rispetto all'inizio ufficiale, Adam si presenta sul palco con la seguente mise: jeans, scarpe argentate e giubbotto di cuoio di pelle rossa da donna, a pelle. Go, Adam, go! Un maiale di cartone a grandezza naturale, nero e a pezze rosa, lo guarda dal bordo del palco, e lo show inizia.

La sostanza c'è tutta. Le canzoni di Green si adattano perfettamente al live. Vengono eseguite con più tiro rispetto alla versione su disco, sporcate e a volte leggermente riarrangiate, ma sempre tremendamente efficaci. La scaletta comprende un mix di tutti i dischi del nasone, ed un paio di momenti acustici da solo sul palco, decisamente riusciti.

Sulla base di tanta ciccia, c'è abbondantemente spazio per tutta la scena del caso. Sul palco viene schiantato di tutto, compreso il povero maiale alla fine della opener "Emily". Il nostro pencola ballando come uno spastico per tutto il tempo, urta con l'asta il bassista (ottimo), quello risponde con un calcio amichevole negli stinchi, Adam ciondola via, tira l'asta per terra e c'inciampa sopra rotolandosi, il tutto senza smettere di cantare, tra le risate generali. In effetti si ha l'impressione che il tipo potrebbe cantare con naturalezza anche sul ring con Tyson nell'86. Durante i continui stage diving il pubblico gli fa di tutto, tra carezze, ciaffe, abbracci e assalti, e lui seguita a cantare imperterrito con la sua vociona, ricambiando tutto con aria impassibile e stralunata.

Un uomo demenziale, tanta musica buona e alcune canzoni decisamente forti. Naturalezza, spontaneità e semplicità a condire un bel talento vocale e un'ottima presenza scenica. È bello vedere che certe cose riescono sempre e comunque a divertire. Una menzione d'onore ai suoni, superiori alla media dei live "rock" che si sentono solitamente in Italia: a parte la voce di Green, resa al meglio, un basso solido ma non invasivo, una batteria tirata, una chitarra calorosa al punto giusto (grazie Fender DeVille), e cori impeccabili.

Non ho potuto vedere il Rock'n'Roll Circus nel '68, non ho potuto vedere i Dictators nel '78, mi consolo con gruppi e personaggi come questo, che sento tra l'altro molto più vicini e miei rispetto ai vecchi Padri Fondatori.

Consigliato a grandi e piccini, e soprattutto a tutti i Friends of Mine.

Ieri sera gliel'ha veramente fatta vedere Adam.

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