Airbourne
Runnin' Wild
Roadrunner Records, 2008
Dire che il legno di quel palco sia vissuto è puro eufemismo. Decine di band solo in questi ultimi mesi sono salite sperando di ritagliarsi un minimo spazio nel mondo del rock e, manco a dirlo, finora tutte hanno fallito. Qualche insulto colorito, indifferenza e persino apprezzamenti più o meno convinti, ma nulla di più. Gli sconosciuti Airbourne hanno appena finito la loro energica esibizione... Siamo nel 2004 in Australia in un posto sperduto vicino a Melbourne dove la maggior di voi non ci è mai stata e mai ci andrà. Se oltrepassando il palco entriamo in una stanza troviamo la band esausta. L'ugola del cantante arsa dallo sforzo sta asciugando, non bevendo, una birra mentre con l'altro braccio si deterge la schiena con un asciugamano una volta, forse, bianco. Le chitarre fumano per terra e le braccia del batterista sembrano quelle di un nuotatore appena uscito dopo un allenamento. Hanno dato tutto in 5 brani: questo si chiama rock'n roll e nel 2008 sono arrivati dall'altra parte del mondo meritandoselo ed io ve ne parlo.
Personalmente ritengo sia fastidioso quanto il rumore di un rastrello su di una pentola sentir definire band del cazzo costruite spudoratamente a tavolino come rock. Gruppi che badano molto, se non tutto, al look; che non scrivono le canzoni, ma le "interpretano" artisticamente. Stronzetti saccenti che credono che basti avere una chitarra elettrica o un jeans strappato e saper fare due accordi in croce per essere fighi. Queste band pop-emo-checcazzonesoio-ROCK band che non sanno cantare dal vivo e che al loro disco di esordio mostrano tutta la loro verve e passione partorendo una miriade di singoli "latte e miele" per beccarsi i gridini orgasmici di adolescenti allupate ed i consensi di bambinetti cresciuti a Pokemon e Playstation...Beh tutte assieme appassionatamente prendendosi per mano potrebbero anche cadere nella tazza del cesso ed il calcio allo sciacquone glielo darei io. L'aggettivo rock su di loro ci sta come un salmone in un deserto.
"Running Wild" degli Airbourne è un cd d'esordio memorabile e semplice che trasuda entusiasmo e passione. Lo descriverò in poche righe, non per sminuirlo, ma perché sono 40 minuti di puro hard rock di disarmante semplicità e concretezza fatto di riff riusciti e tempi sostenuti. Assoli taglienti e mai troppi lunghi si alternano con una voce ruvida come quella di Joel O'Keeffe che da vero leader non solo canta ma suona la chitarra. I richiami ai migliori AC/DC per ugola, sound e nazionalità sono forti, ma questo a mio parere altro non può essere che un bene perché di quella musica ora come non mai ne abbiamo un grande bisogno. Canzoni come la title track e Blackjack bastano da sole a giustificare l'acquisto di un prodotto ben confezionato e che ti spinge ad alzare il volume. Un disco che si ascolta tutto d'un fiato, che ti scuote, ti prende le orecchie e te le trapana riuscendoti a dare la carica e capace persino di lasciarti andare alle spalle, per qualche momento, una giornata storta grazie alle note e linee vocali (backing vocals comprese) sporche dell'intro di Stand Up For Rock n' Roll, passando per il ritornello memorabile di What's Eating With You fino al finale. Niente lenti o ballate: ci sarà tempo per quelle in un prossimo futuro. Agli Airbourne al momento interessa fare rock; di quello vero e sta a voi decidere se valga la pena ascoltarlo o meno.
Airbourne e Tokyo Dragons: due giovani leve da supportare.
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