EL TOPO di A. Jodorowsky

“La talpa (el topo) è un animale che scava sottoterra e che quando arriva in superficie e vede il sole, diventa cieco. ”

Per quei 4/5 che non lo conoscono volevo segnalare questo film: "El Topo" di Alexandro Jodorowsky, una sorta di western mistico e surreale, in cui lo stesso Jodorowsky incarna il protagonista (suo figlio incarnerà invece se stesso, ossia il figlio del protagonista!), cavaliere errante in cerca del Sacro Graal, che deve liberare un villaggio da quattro pistoleros.
Detta così sembra una trama un po' esile ma in realtà fonde insieme, in modo singolare, situazioni alla Buñuel con le visioni di Fellini e le atmosfere bucoliche di Sergio Leone.

Un incastro di rimandi religiosi, allegorie oniriche, metafore mistiche e passaggi cinematografici incantevoli che rimandano a un qualcosa mai visto prima. Un film a dir poco pazzesco, ricco di allucinazioni, esaltazioni orgiastiche, impennate violente e passaggi di vera, alta filosofia-mistica, in una serie interminabile di episodi dove si avvicenda una fauna umana cenciosa, freak e rivoltante, iperbole di un'umanità alla deriva.

Diviso fondamentalmente in due tempi: il primo, dove si narrano le vicende di un pistolero spavaldo in cerca di risposte esistenziali errando in un deserto che è più un luogo dell'anima che una scenografia reale e il secondo tempo, dove lo stesso pistolero, resuscita con rinnovato spirito e dovrà vedersela con un destino avverso, vero e proprio calvario esistenziale, metafora non troppo velata dell’Esistenza Terrena.

Un film, in seconda lettura, pregno di pensieri profondi ed altissime metafore racchiuse nei dialoghi asciutti e taglienti come non mai (“Troppa perfezione è un errore” dice in un passaggio del film, oppure “Una luce non è per tutti la salvezza. Per una talpa può essere fatale.”). Dialoghi e frasi talmente belle che sarebbe ideale munirsi di penna e taccuino prima della visione del film, per appuntarsele tutte (senza distinzioni).

Sesso, misticismo, splatter, religiosità, horror, surrealismo, filosofia e violenza frullati assieme in questo capolavoro del 1972 (si sente ancora l'eco del '68 e del fallimento ideologico che ne seguì) che assieme a "La Montagna Sacra" segnò una vera e propria rivoluzione nell'Arte Cinematografica Internazionale e che ancor oggi rappresenta una vera e propria esperienza oserei dire “estatica” che ha creato parecchi adepti e, non ultimo, una vera e propria setta religiosa ispirata al film che vive in assoluta povertà nelle radure messicane!

Più che un "normale" film un vero e proprio trip lisergico immaginifico (senza ausilio di canne o polverine strane… ). Provatene la visione e poi ditemi l'effetto che fa.

Assolutamente da avere e rivedere almeno 2/3 volte all'anno: ogni volta si scopre sempre un qualcosa di più…

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