Un disco di solo pianoforte è una sfida, per l'esecutore ma anche per chi ascolta. Sono sufficienti tre o quattro brani per rendersi conto immediatamente non solo dello spessore del album, ma anche dell'artista.

Tutto questo non deve aver preoccupato minimamente Alessandro Esseno, ammesso anche solo ci abbia mai pensato.. Ed è un bene per noi, perchè il suo nuovo album "Pictures", è un disco unico nel suo genere; diciamo subito che la peculiarità del pianismo di Alessandro Esseno è l'originalità, in questo per chi sà ascoltare si percepisce oltre ad una padronanza dello strumento non indifferente, la ricerca di un linguaggio personalissimo e non accostabile tout court con giganti del pianoforte come Bill Evans, Jarrett, o il Zawinul pianista. La matrice del pianismo di Esseno và ricercata semmai in alcune pagine di Ravel o Debussy se non addirittura Chopin, ma non come influenza espressiva o di linguaggio, bensì come approccio allo strumento, ora cristallino e crepuscolare, ora torrenziale con scariche di adrenalina come fosse elettricità sonora.

Il disco prodotto da Rai Trade, è la conferma della carriera decennale di un compositore e pianista giunto ad una maturità espressiva non comune. Alessandro Esseno ha scelto nel suo percorso artistico e professionale la strada più lunga e martoriata, rispetto ad altri suoi colleghi decisamente più "facili" dal punto di vista della fruizione, ma il tempo gli stà dando ragione. Dopo ripetuti ascolti si scopre sempre qualcosa di nuovo che Esseno ci aveva abilmente nascosto; così le tracce del disco scorrono come acqua, a volte sono spruzzi di una sorgente di montagna, come in "Aquiloni" altre volte le profondità di abissi marini o forse abissi interiori in cui Esseno ci conduce come in "Onde" o "Dove gli aerei lasciano la scia", fino al sogno fantastico di "Cristali sognanti" o al lirismo metafisico di "Estensioni" degno di un racconto di Jorge Luis Borges. Come se non bastasse Esseno chiude in bellezza con un tributo in forma di medley da consumato professionista, "Piano improvisations", che ci stupisce per i suoi virtuosismi e acrobazie pianistiche, regalandoci una gioia quasi fanciullesca insieme alla consapevolezza di avere appena ascoltato il disco di un pianista decisamente unico nel suo genere.

Franco De Biase

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