Ci sono film che hanno una natura talmente eversiva e paradossale da riuscire a diventare, nell'arco di UNA SOLA visione un punto cardine esperienziale dello spettatore che ne resta letteralmente rapito per non dire folgorato.
Con questo "La Montagna Sacra" (1973) di Alexandro Jodorowsky, il discorso metafisico iniziato col precedente "El Topo" (sempre recensito da me) si fa totalizzante, spiazzante e davvero trasgressivo. Ciò che prima era stato mantenuto su un livello più filosofico che terreno, qui al contrario si celebra la "fisicità delle cose", il suo essere PRIMA carne, sangue, corpo e POI ideologia e spirito.

Un film idealmente diviso in tre sezioni:
1) L'INIZIAZIONE
Il protagonista, un essere allo stato brado senza regole nè morale, incontra il Guru Alchimista (interpretato dallo stesso Jodorowsky) che lo istruisce sulla Missione che vuole affidargli. Il tutto scandito da balli, scene oniriche e coreografie che avrebbero fatto impallidire lo stesso Peter Greenway.
2) I DISCEPOLI
Qui si presentano i co-protagonisti presi in prestito dal loro mondo (che poi è il nostro) malato, blasfemo, carico di violenza e straripante di grottesca animalità viscerale a tratti davvero shoccante, in un'orgia di eccessiva visionarietà che raramente si è vista sugli schermi cinematografici (ad eccezione di Bunuel, Lynch, Cronenberg e qualche altro raro esempio), con invenzioni più o meno riuscite di macchinari, violenza e tecniche di sottomissione della varia umanità/freaks sparsa nel mondo.
3) LA SCALATA
Il protagonista coi suoi discepoli inizierà la scalata simbolica della Montagna Sacra per la Redenzione del Mondo e per capire il senso ultimo dell'esistenza, con il colpo di scena finale davvero inaspettato, vero apice di una trasgressione portata agli eccessi.

Un film sconvolgente, pieno di simbolismo e carico di eccessi portati all'esasperazione dove le parole trasgressione, eresia, blasfemia, allegoria, grottesco, malattia, perversione, follia, surrealismo e terrorismo (ebbene, ci sono anche componenti di questo tipo... del resto erano ancora ben vivi gli spettri della Rivoluzione del '68 e si cominciavano a far spazio le idee sovversive del '77) si fondono in maniera a tratti squilibrata e ossessiva restituendoci però un qualcosa di davvero VIVO e PULSANTE.
Direi un'esperienza di vita intensa più che una semplice visione di un film.
Per me: CAPOLAVORO ASSOLUTO!

Eccovi alcune curiosità sul film trovate su alcuni siti: 
-  Girato interamente in Messico, il film è costato circa 750.000 dollari.
-  Il film è basato su "La salita del Monte Carmelo" di Giovanni della Croce e "Mount Analogue" di René Daumal.
- Prima che le riprese iniziassero, il regista stette una settimana senza dormire sotto la supervisione di un maestro zen e visse fianco a fianco del cast per un mese.
- Il regista avrebbe voluto che gli attori fossero ipnotizzati prima di girare le scene. La cosa non poté essere fatta, ovviamente.
- Il film sarebbe dovuto costare 1,5 milioni di dollari, facendo di esso il film più costoso mai prodotto in Messico fino al '73. Poi però la pellicola riuscì a contenere i costi fino a risparmiare la metà dell'esborso preventivato.
- Il film fu interamente finanziato da John Lennon e Yoko Ono dopo che i due avevano gestito la distribuzione di El topo (1971) in USA.

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