Marion Crane un'impiegata di Phoenix, nell'intento di raggiungere il proprio compagno e nell'illusione di cambiare la propria vita, scappa con 40.000 dollari che avrebbe dovuto portare in banca per conto del suo datore di lavoro. Durante la fuga si imbatte in un violento temporale, che la costringe a lasciare la strada principale. Stremata dal lungo viaggio e dai sensi di colpa, decide di passare la notte in un isolato motel, gestito da Norman Bates, un giovane timido e solitario, che vive con la vecchia madre in una casa stile gotico californiano, vicino all'hotel. La donna fa conoscenza col mite giovanotto, e dopo aver consumato una frugale cena, prima di coricarsi, decide di fare la doccia. La mattina seguente, Norman scopre che la donna è stata uccisa, sconcertato, senza accorgersi dei soldi rubati avvolti in un giornale, pulisce accuratamente la stanza, mette il cadavere nel portabagagli dell'automobile di Marion, dopodichè la fa affondare nelle torbide acque di uno stagno.
Psycho è non è soltanto il film più famoso dell'indiscusso maestro del brivido Alfred Hitchcock, ma una delle pellicole più celebri del cinema, insuperato studio della suspance. La scena della doccia è sicuramente una delle più rinomate del cinema, vista da tutti alla televisione, come simbolo medesimo del film. In questo Shock-Triller, il regista è riuscito a creare orrore e tensione, senza mai ricorrere a effetti speciali sanguinari, creando emozione solo puntando sulle aspettative degli spettatori, aspettative che vengono regolarmente deluse, l'esempio più clamoroso, è quando fa morire Janet Leigh ritenuta da chi guarda il film la protagonista, dopo poco più di mezz'ora dall'inizio della pellicola. Un altro espediente di Hitchcock per creare ulteriore coinvolgimento, è girare scene in cui non si vede quello che sta accadendo, ma lo si deve intuire. Porto ad esempio la sequenza, nella quale Norman sale le scale ed entra nella camera della madre per rimproverarla… si ode il litigio tra il giovane e la donna, ma la telecamera si è fermata ad inquadrare la porta per tutto il tempo che trascorre durante il dialogo tra i due. Psycho è anche e soprattutto un film che tratta lo sdoppiamento della personalità, sul finale, lo psichiatra spiega in maniera perfetta il mondo interiore, e le ragioni che hanno portato Norman… la spiegazione è di una lucidità impressionante, inattaccabile. Già in passato con Io Ti Salverò, e in seguito con Marnie, Hitchcock ha trattato il tema dell'inconscio, ma in questi casi senza approfondire la materia psicanalitica in modo oggettivo.
Quasi ogni scena tende a tenere lo spettatore in ansia, questo anche per merito di Anthony Perkins che ha interpretato Norman Bates con una tale forza, che in seguito non seppe più liberarsi da quel ruolo. Indimenticabile la scena finale, quando una mosca si posa sulla sua gamba e viene data voce ai suoi pensieri. Poi, la cinepresa stringe sul suo volto, che esprime il riso beffardo di uno psicotico, del vero protagonista del film, perchè non si può pensare a Psycho senza ricordare Norman Bates, senza che venga in mente Anthony Perkins.
PS: Il film si basa su un racconto di Robert Bloch, il quale a sua volta prese spunto dalla vita di Ed Gein noto anche come il macellaio di Plainfield uno dei più noti Serial killer nella storia degli Stati Uniti. Su Internet ho trovato un articolo che parla di questo assassino. Nella sua casa, tra sporcizia e squallore, trovarono parti umane conservate, crani e scheletri, dentro una scatola c'era un oggetto che a prima vista poteva sembrare una collana, ma era fatta di capezzoli. C'erano anche vagine sotto spirito, e parte del mobilio era composto da organi umani. Riporto la dichiarazione di un vicino di casa: Ed Gein mi sembrava una buona persona, come tutti gli altri, soltanto che a volte sembrava un pò strano. Sembrava un tipo inoffensivo. (Pare la descrizione di Norman) Qualche anno dopo pure Tobe Hooper si ispirò a lui quando girò Non Aprite Quella Porta, pure Il Silenzio Degli Innocenti, ha attinto dalla figura di Gein.
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