Amy Macdonald torna con il suo terzo album, e questa volta riesce a miscelare la particolarità di contenuti del primo album, con una la maggior sonorità del secondo, ottenendo così un album piacevole e tutt'altro che scontato. Il singolo che ha preceduto il lancio del disco è "Slow It Down" e pur non essendo il più affascinante brano dell'album è sicuramente il più orecchiabile; da esso possiamo subito sentire come, a livello strumentale, il lavoro somigli al secondo album e che lo migliori addirittura in alcune parti, anche con una leggera sensazione di déjà vu.

Tutte le tracce sono molto coerenti, senza che nessuna spicchi rispetto alle altre, creando un atmosfera che circonda totalmente durante l'ascolto. Le tematiche sono varie e anche piuttosto impegnate in alcuni tratti, come in "Across The Nile", oppure patriottiche come in "The Green And The Blue", ma soprattutto riflessive riguardo al tempo che è passato, e che passa come è evidente in "The Days To Be Young And Free" o "Left That Body Long Ago".

La title track riassume bene le atmosfere del disco, che è disseminato di qualcosa di leggermente poetico, e l'amore viene citato in ogni brano. "Human Spirit" è un brano che condivide il titolo con una traccia di "Are You Listening?" ma certamente non la visione dell'argomento trattato, infatti è una riflessione su come, nonostante tutto quello che succede, le guerre, la corruzione lo spirito umano sia ancora vivo, di come la speranza non muoia. In "In The Game" vengono trattate nuovamente le tematiche della fama e della notorietà, analogamente agli album precedenti. la traccia di chiusura "In The End" può essere vista come una volontà di parlare ancora di altri argomenti, di non riuscire ad accontentarsi di quello fatto nell'album, però anche come una rassegnazione ad accontentarsi e stare a vedere, perché non si può mai sapere cos'altro deve ancora accadere.

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