Letterariamente romantici...

Incantevolmente poetici....

Meravigliosamente struggenti....

Sognatori carichi di zelo....

Divinamente poetici....

Queste sono le parole che mi vengono in mente pensando agli Anathema, unici nella loro musica così densa di passione, liberi sognatori nelle loro melodie, pregne di inquietudine e di filantropia. E' come se si avesse la netta sensasione di essere colti da un bagliore di malinconia, che ti si aggrappa sul viso e comincia a sfaldarsi, da prima smagrisce poi si solca di rughe e s'impossessa di te facendoti smarrire in un'angoscia e in una trepidazione devastante.

Come se stessimo assaporando il silenzio in una notte ricca di riverberi, il sussurare del vento ti accompagna nel tuo viaggio interiore, tra riflessioni e flussi di coscienza ascolti con insistenza quella voce dentro di te, instancabile, ribelle, tenace che ti confessa di non essere pronto alle ovvietà che la vita ti pone davanti al tuo cammino.

E' proprio di questo che hanno bisogno gli ascoltatori degli Anathema, ricercare se stessi attraverso l'arte, benchè in essa si possa trovare una via per risalire quel

baratro esistenziale, dapprima reso noto dal nostro io o come ama definire Dostoevskij "sottosuolo", e per esularsi, dunque, da quella metafisica misantropia figlia di quest'ultimo bisogna effettivamente fare i conti con se stessi.

«Love is free

In time, in peace

And now is here

This life, this dream...

You know how it feels but... is it all in your mind?»

Un palpito, un sordo battito lontano nella mente, una melodia malinconica abbracciata da un muro distorto intricato di chitarra...

Respiri profondi nella nebbia dei propri pensieri dove lentamente prende colore e forma la voce di Vincent Cavanagh, che timidamente ci abbraccia e accompagna in un vortice d'emozioni infinite, a cercare di colorare la nostra anima di sognatori, illusi da sogni lontani sbiaditi nel tempo.

A volte i pensieri si perdono, sfuggono, ci scappano di mano tendono a fondersi in qualcosa di indefinibile, la musica degli Anathema riesce ad illuminarli con una luce diversa ce li presenta più vivi che mai misti a sensazioni che ti scuotono l'anima...

E questo è l'ermetismo anathemico, consepevole di non essere pienamente contemplato con la tua stessa vita, fragile come una lacrima che ti sgorga dagli occhi, come un brivido sibillato da un petalo di rosa che ti sfiora la pelle, giacchè non ti rimane altro che trascendere il vuoto che ti pervade dentro, un riflesso di molteplici sensazioni trasportate nel tuo spirito, nelle tue reminiscenze psicologiche, squarci di immagini create dai labirinti della tua mente affinchè possano emozionarti e farti percepire la tua essenza: essere pienamente reali, pienamente vivi.

Dopo averci deliziato con l'acustico "Hindsight", quest'ultima uscita discografica, prodotta dalla Kscope, dimostra che i ragazzi di Liverpool son proprio degli incapaci, incapaci di fare un disco deludente anche dopo una ulteriore, seppur leggera in questo caso, "mutazione" stilistica rispetto al precedente "A Natural Disaster". Il Sound è più atmosferico e sognante che mai, una sorta di Ambient-Rock che rievoca certe soluzioni stilistiche dei No-Man e degli episodi più emozionali e diretti dei Porcupine Tree di "Lightbulb Sun", non a caso il mixaggio è opera del signor Steven Wilson, il quale ha affermato che è stato il lavoro che lo ha soddisfatto maggiormente da produttore.

La copertina rievoca perfettamente il flusso emozionale del disco, che ha come punti cardine le splendide "Dreaming Light" e "Angels Walk Among Us", riverberi Radiohead-iani in "Get Off, Get Out" e le due tracce di chiusura del disco "Universal" e "Hindsight" che sono la summa dell'evoluzione stilistica più recente degli Anathema, sfiorando Post-progressioni non molto distanti dai Mogwai di "The Hawk Is Howling".

Perdersi per ritrovare se stessi, perdersi negli occhi degli altri per guardare attraverso se stessi e perdersi, perdersi ancora in una vertigine che non lascia respiro...

P.S.: questa recensione è stata scritta da tre loschi utenti di debaser: Marco(schizoid man), Salvatore(supervai1986) e Peppe (progrock)

Visto che siamo stati folgorati dall'ultimo disco degli Anathema stavamo facendo a botte per chi potesse avere l'onore di recensirlo, così mi è venuta la brillante idea di collaborare.

Elenco e tracce

01   Thin Air (05:59)

02   Summernight Horizon (04:12)

03   Dreaming Light (05:47)

04   Everything (05:05)

05   Angels Walk Among Us (05:17)

06   Presence (02:58)

07   A Simple Mistake (08:14)

08   Get Off Get Out (05:01)

09   Universal (07:19)

10   Hindsight (08:10)

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Altre recensioni

Di  __Hide__

 "Questo disco segna un cambiamento emotivo enorme per gli Anathema, il carattere depressivo e oscuro qui scompare del tutto, per lasciarvi ad un senso di profonda speranza."

 "Dreaming Light...parametrato da una bellezza disarmante che vi trascinerà, per poi finire con la delicatezza con la quale è iniziata, forse la mia preferita del cd."


Di  BlackCloud

 "Un inno all’amore, alla vita, al senso di libertà legati allo stesso tempo a quel senso di malinconia e introspezione."

 "La voce profonda, intensa, a volte quasi commossa di Vincent Cavanagh canta a una nuova vita e all’amore che diventa energia tra due persone."


Di  vlkodlak

 "Siamo pienamente d'accordo. Molto probabilmente parecchi fan degli Anathema si erano ormai ridotti a pensare che il successore di A natural disaster non sarebbe mai arrivato."

 "We’re Here Because We’re Here è un ottimo disco, che lascia ben sperare per il futuro."