Anton Hunter è un compositore e chitarrista jazz britannico. È nato e vive a Manchester dove è considerato uno dei musicisti più importanti nel genere per quello che riguarda l'intera contea e il North West England. Il suo progetto principale è l'Anton Hunter Trio, completato da James Adolpho e dal fratello (batterista) Johnny Hunter, ma è attualmente coinvolto in almeno un'altra decina di progetti e collaborazione. L'improvvisazione costituisce il cuore del suo modo di fare musica e dal 2007 ha fondato una vero e proprio centro sperimentale di free-improvisation denominato The Noise Upstairs e (assieme ai sassofonisti Ben Cottrell e Sam Andreae) ha fondato una piccola etichetta discografica: la Efpi Records.

Proprio su Efpi Records è uscito questo disco intitolato "Article XI" e che riprende delle registrazioni live che risalgono al 2014. L'Article XI è un ensemble formato da Anton Hunter su commissione del Manchester Jazz Festival nel 2014. Le sette composizioni qui proposte (tutte concepite da Anton) costituivano una suite di un'ora proposta al festival alla biblioteca centrale di Manchester il 24 luglio 2014 durante il festival e al Vortex di Londra il 27 luglio seguente durante il tour nel Regno Unito che ha seguito l'evento. Il taglio sperimentale dato alle composizioni è sicuramente particolare per una big band che Anton ha voluto priva di pianoforte e compsosta da una batteria di fiati di sette elementi. Hunter invece che ritagliarsi un ruolo da prima donna (a parte "Innards of Atoms") si mette sapientemente al servizio del complesso in lunghe sessione dal tono drammatico da big band come "Retaken", il jazz più convenzionale "Peaceful Assembly", il minimalismo di "C# Makes the World a Better Place" e lo sperimentalismo Lounge Lizards di "I Dreamed I Spat Out A Bee", fino al free-jazz scatenato di "Not the Kind of Jazz You Like".

Nella pratica il disco e il progetto costituiscono un vero e proprio omaggio all'articolo undici della convenzione europea dei diritti dell'uomo ("Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di associazione con altri, incluso il diritto di formare e unirsi ai sindacati per la protezione dei loro interessi"), un forte significato simbolico che ha fatto avvicinare l'ensemble alla Charlie Haden Liberation Music Orchestra e un musicista importante come Albert Ayler. Generalmente poco interessato alle big band e al jazz più convenzionale, penso che questo disco per la sua bellezza particolare (magari anche per il suo contenuto concettuale che qui viene sapientemente sviluppato e messo in atto) possa soddisfare ogni tipo di pubblico e di ascoltatore.

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