Ricordo di un amico
Tributo ad un genio
Recupero di un nobile album


Questa mia doveva essere pubblicata l'8 marzo 2017.

Vasco è, ancora oggi, la persona a cui ho sempre riconosciuto un carisma superiore. Era l'unico che mi affascinava; aveva un anno solo più di me ma sembrava molto più grande. Riusciva ad essere il ragazzo che era ma con la sicurezza di un adulto; nel modo di fare e di porsi, negli atteggiamenti, nei ragionamenti. Aveva interrotto le superiori ma sapeva più di noi e si esprimeva bene. Capelli lunghi, riusciva a vestire freak ed elegante allo stesso tempo. Amava l'erba ma odiava le altre droghe perché diceva: "devo spingermi più in là ma mantenere sempre il controllo di me stesso". E aveva spesso ragazze più grandi. Osservavo molto Vasco, aveva un'aurea ammaliante. Era generoso ma pure un poco strafottente e faccia da cazzo; il giusto che piace a me insomma. Col senno di poi ho "imparato" tanto da lui. E poi conosceva già tanta musica, amava i Beatles e i Doors e mi fece conoscere Drake e i Love.... ma chi cazzo conosceva a 16 anni, nei primi ottanta Drake e i Love, a Cavriago, il Nobile Feudo Rosso??!!

"E' stato l'isolamento di Arthur dal mondo intero, non solo musicale, la vera causa del loro declino, soprattutto il fatto di non essere riusciti a dare al pubblico ciò che esso chiedeva, ovvero musica, un contatto vero, continuo, una presenza; la discontinuità è stata loro fatale. E' un vero peccato perché Arthur Lee in particolare, è uno di quei pochi geni che raramente ho incontrato in tutto del mondo del rock'n'roll". Jac Holzman.

"Non facemmo molte delle cose che andavano fatte per uscire allo scoperto e farci conoscere. La nostra fissazione era fare le cose nel modo migliore, con i nostri tempi (lunghi), sicuri che tutto sarebbe andato bene. Per questo motivo abbiamo perso moltissime occasioni".
Così disse in una delle sue rare interviste Lee nel 1970.

Arthur Lee, come carisma e genialità mi ricorda Vasco. Questo ragazzo nemmeno ventenne era già musicista e autore, girava per gli studi di registrazione e formava i Love. I Love sono stati una delle realtà più belle di quel decennio vitale per il Rock e non solo. Innovatori e influenti come pochissimi altri, non ebbero un grande successo commerciale solo per il carattere particolare di Lee e la sua dipendenza dall'eroina con ossessioni e turbe relative. In quel momento il successo commerciale e mediatico era l'ultima delle priorità.


In due anni i Love produssero tre magnifici album. Furono il primo trascinante gruppo di quella magnifica scena losangelina, la prima band fissa del Whisky Go Go. Fu Lee a consigliare Jac Holzman della Elektra ad andare a vedere i Doors e Morrison. Lee era un predestinato, un artista geniale. Un precursore anche nel look (che farà scalpore con Hendrix); colori sgargianti, sandali, anfibi, giacche con le frange, cappelli, foulard. A proposito del Jimi di Seattle; immaginatevi il loro incontro giovanissimi nel 1964 quando, per un caso di quelli realizzati dal destino, si trovarono nella stessa sala di incisione per registrare il primo 45 giri prodotto da Lee. La sua vita però rimarrà sempre misteriosa. Persino la sua condanna a 12 anni (per una accusa molto strana inerente armi da fuoco - 12 anni in America per armi da fuoco fa già ridere di suo) e il successivo ribaltamento della sentenza dopo aver scontato metà della pena è inverosimile; in quegli anni Lee, si dice, avrebbe rifiutato ogni visita in prigione.


Solo negli ultimi due decenni dopo il suo arresto, la scarcerazione e il ritorno sulle scene (sempre a suo modo) poi la malattia e il decesso, si è tornato a parlare di lui. Una biografia e le possibilità dei nuovi mezzi comunicativi degli ultimi due decenni hanno fatto un minimo di luce sulla sua vita e sulle follie dei Love di quegli anni.

Ad iniziare dalla casa-castello "The Castle" dove la band "abitava" sulle colline di Los Angeles (ex proprietà di Bela Lugosi e luogo dove girarono il movie lisergico "The Trip"), insieme a delinquenti, spacciatori, perditempo, in una sorta di comune tossica.
Volutamente isolati da tutto e tutti con l'eroina e la musica (la prima delle due era primaria purtroppo) come uniche attività. Mentre la Summer of Love dava il meglio con Happening e Flower Party, Lee (comunque sempre l'unico ad occuparsi di contratti e business) si isolava sempre di più e rifiutava ogni data fuori Los Angeles. L'apice della autodistruzione commerciale si raggiunse con il rifiuto di partecipare a Monterey.


Per continuare poi con i cambi di formazione e al tiranno Lee che gestisce qualunque cosa in prima persona fregando tutti e tutto senza il minimo ritegno (in questo purtroppo non vi sono mai state smentite anzi continue e reiterate conferme). Poi la scomparsa dopo la metà degli anni settanta, con tante versioni sulla sua vita in quegli anni; voci continue di pseudo Reunion dei Love originali mai avvenute ufficialmente (si racconta di incontri "certi" come anche di parecchie registrazioni andate perse o giacenti in qualche cassetto o scantinato già a partire dagli anni settanta), fino all'arresto nel 1995.
Se non avete mai letto nulla e vi interessa, cercate perché sono storie pazzesche (come sempre le verità non si sapranno mai), che se anche fossero vere solo in parte, sarebbero da delirio totale.

"Vindicator", il primo album (ufficialmente) solista di Lee è uscito nel 1972 quando ormai i Love erano spariti dalla circolazione (per poi tornare in modo sporadico e senza senso). Lee ormai era un artista di culto e infatti l'album lo comprarono in pochi. Ora qualcosa si legge in merito (poca roba) ma quando lo cercai, la prima volta tanti anni fa, penso fosse addirittura "fuori catalogo". Dopo la scarcerazione e dopo la morte comunque tutti gli album dei "Love"e di Lee furono ristampati. I pochi commenti che vi sono stati negli anni sull'album sono eccellenti e, per quanto mi riguarda, adoro quest'album.

Il tempo di quel primo rock folk del 1966, di quei magici intrecci di chitarre, di quei cori con quell'uso fantasioso e favoloso delle voci, degli archi, dei flauti e delle trombe, quella capacità di fondere insieme Soul,rhythm'n'blues, psychedelia, blues, Jazz, garage e jam session sono ormai lontani. Ciò che non cambia è la qualità del suono e la caratura delle canzoni.

Lee si è sempre circondato di eccellenti musicisti e ha scritto sempre magnifiche canzoni. In "Vindicator" ne abbiamo una riprova. Pezzi che trascinano e musicisti impeccabili. L'album ha un ritmo incessante; è blues, è rock'n'roll, hard rock soprattutto. Una sezione ritmica con una batteria essenziale e con un basso tecnico e velocissimo (una caratteristica dei primi Love era proprio questo suono del basso), chitarre pazzesche e la sua magnifica voce. Perché spesso ci di dimentica che Arthur Lee era un cantante favoloso. Ricordiamoci in quanti modi ha utilizzato e variato la sua voce.

Da segnalare il frenetico e coinvolgente rock'n'roll iniziale ("Sad Song") e il veemente grezzo pezzo finale ("Busted Feet"). Al delizioso swing di "She Said, She Said" segue il mio trittico preferito dell'album; tracce 6-7-8. Due hard rock blues favolosi intervallati dalla splendida "Everybody's Gotta Live" che definire una ballad è troppo riduttivo. Provate a fare un gioco, avviate "You Want Change Four Your Re-Run" pensando sia un pezzo di Hendrix che non avete mai sentito...


L'album esce come "Arthur Lee with The group Band-Aid". Band Aid è il nome della band che avevano deciso di formare Lee ed Hendrix con Steve Winwood: non sarebbe stata male mi sento di affermare con certezza (eroina permettendo ovviamente). Jimi e Lee si trovarono a Londra (si, incredibile Lee fece un tour europeo con i Love di "Four Sail"!) per delle jam sessione e quelle registrazioni dovevano poi essere (a quanto si dice) il frutto del loro primo album. Solo "The Everlasting First" verrà pubblicata l'anno dopo come pezzo d'apertura di "False Start".

Arthur Lee è il più grande sconosciuto al grande pubblico del rock dopo aver fatto album memorabili con i Love e due splendidi solisti (dopo di questo ha pubblicato "Black Beauty" che, per farci capire quanto sia incasinato il tutto, viene pubblicato come "Love" con lui solo in copertina, ma non risulta nella discografia ufficiale della band).

Sconosciuto al grande pubblico ma immenso per i "colleghi" e gli addetti ai lavori. Sarebbero troppi da citare gli artisti che dichiarano amore eterno alla band e ad Arthur Lee; si passa da gruppi punk ad artisti pop e questo dice tutto.


Quando si seppe della gravità della malattia, tanti artisti organizzarono eventi e concerti benefici per pagare le ingenti cure mediche a cui era sottoposto. Il più grande di questi di tenne al Beacon Theatre di New York con tantissimi artisti; Robert Plant accompagnato da Ian Hunter e la sua band esegui una serie di brani sia dei Led Zeppelin che dei Love. Robert ha sempre indicato i Love e "Forever Changes" come band e album tra i suoi più amati.

Vasco andò a trovare suo papà l'8 marzo 1987 la sera, dopo essere stato da Sonia la sua ragazza; Dante era all'ospedale per un attacco di cuore. Ironia della sorte ero pure io in reparto, ricoverato a seguito del mio primo ufficiale attacco di panico sentenziato (30 anni fa gli attacchi di panico manco si sapeva bene cosa fossero). Informato dal padre della mia presenza in ospedale venne a salutarmi e a prendermi bonariamente per il culo: "Robby vado a casa a fare delle cassette con i nuovi album" mi dice tutto carico con la sua faccia furbetta (lo aspettavano erba e rock'n'roll il top!)


A casa non arrivò mai, si schiantò in un frontale e venne riportato in ospedale morto. Mi avvisarono subito. Così il giorno dopo uscivo dall'ospedale con il dolore atroce del mio amico morto, mentre le urla di Dante rimbombavano nell'edificio e dilaniavano il mio cuore. Non fosse un dramma sarebbe una farsa grottesca bellissima. Vasco aveva 21 anni appena compiuti.


A pensarci, Vasco nacque nel 1966, grande anno quell'anno.








Carico i commenti... con calma