"Ah, si stava meglio quando si stava peggio!"
"Ah, non c'è più il domani di una volta!"
"Ah, non ci sono più le mezze stagioni!"
"Ah, quanto era bravo J-Ax negli Articolo ai tempi di "Strade di Città", altro che ora che è così commerciale!"
(Alcuni Nostalgici)
Bella gente,
ormai avete capito che io adoro J-Ax, quindi mi diverto un casino a recensire i suoi dischi. Ho cominciato con quelli da solista e tantissimi di voi ogni volta dicevano di preferire Ax quando stava con gli Articolo 31, e soprattutto ai tempi di ''Strade di città'', quando non era ancora ''così commerciale''.
Beh, certo, quando nel 1993 J-Ax e Dj Jad, due ragazzini della provincia di Milano incazzatissimi col mondo e con tanta voglia di rivincite, incisero il loro disco d'esordio non stettero a guardare molto l'orecchiabilità dei pezzi (basti pensare che la maggior parte dei ritornelli sono frasi ripetute più volte e alcuni pezzi ne sono addirittura sprovvisti). Poi c'è da mettere in conto l'inesperienza di questi due artisti in erba (ahahah! L'avete capita....?): le basi di Jad sono ancora grezze, con suoni graffianti e metropolitani, mentre il rap di Ax presenta molte rime scontate con l'infinito, una metrica ancora incerta e alcuni evitabilissimi virtuosismi come frasi rappate tanto velocemente da non far cogliere all'ascoltatore il loro senso.
Tuttavia però il disco ne guadagna in spontaneità. Il fascino del lavoro infatti sta nella sregolatezza più che nel genio (che comincerà a porsi con prepotenza già dal secondo disco).
I testi raccontano della vita di strada ("Strada di Città", "Legge del Taglione"), della loro musica ("DJ Jad", "Ti sto parlando", "Questo è il nostro stile"), di desiderio anarchico ("Fotti la censura", "Pifferaio magico") del sogno di arrivare ("Nato per rappare"), d'amore ("Solo per te") e di sesso ("Tocca qui").
"Tocca qui", spassoso racconto a suon di doppi sensi sessuali, è anche l'unico grande successo radiofonico del disco, in quanto più disimpegnata nel testo e curata nella base (stona anche un pò col resto dei pezzi), e darà lo slancio anche per i dischi successivi, meno rabbiosi e più ironici.
Una riflessione: tanti danno agli Articolo dei venduti perchè dopo "Strade di Città'' non hanno più parlato della vita di strada focalizzandosi su altri argomenti e su sonorità meno aspre. Ora, quando hanno scritto il loro album d'esordio Ax e Jad vivevano nel mondo del quale parlavano, poi il disco li ha lanciati in classifica e sono diventati più allegri perchè più felici e realizzati, quindi hanno cominciato a parlare di ciò che stavano vivevendo in quel momento.
Se seguiamo bene il loro percorso troviamo prima rabbia e incertezza in "Strade di Città", poi felicità e sollievo in "Messa di Vespiri", poi con le critiche da parte dei puristi e del mondo underground è subentrato il rancore misto comunque al sentirsi realizzati ("Così Com'è", "Nessuno"), e poi lo scazzo quando il rap ha cominciato stancarli ("Perchè Sì") e il successivo conseguente cambio di genere (da "Domani Smetto" ai dischi da solista di Ax).
Io credo che Ax in particolare sia un vero artista che cerca di fare quello che si sente, rischiando anche di passare per venduto e di non vendere più, ma che ha preferito il rischio all'arrendersi al ricopiarsi all'infinito (come fanno molti in Italia). Quanto al fatto che ora è più commerciale, penso che sia più "da furbi" fare un genere predefinito come l'hip hop, specie per uno come Ax che ci ha fatto i soldi, che inventarsi una miscela di generi e fare qualcosa di inconsueto come ha fatto lui... No? Fine riflessione.
Tornando al disco il mio voto è quattro stelle.
Bella.
Elenco tracce testi e video
08 Tocca qui (04:21)
Ah bene! Art.31 racconta la storia della toccata e fuga, rima confusa,
alcolica! Vai J!
Quella sera mi si era avvicinata e mi fissava mentre io bevevo una birra
chiara, e si era seduta lì vicino a me, ma non me n’ero accorto perché ero un
po' storto, allora stufa d’aspettare lei mi dice ...J Ax, approvo come
interpreti la globalità multimediale della massa attuale, il tuo modo di
operare é al di fuori dal commerciale !... La guardo con sospetto, ero fuori
di brutto: Che cazzo hai detto? le rispondo con un rutto, prende s’alza e
s’allontana, non era mica male questa pu-pulzella: era bella con un
cu-curioso taglio di capelli e delle te-te-te-te-tenere espressioni, non si
possono sprecare certe occasioni, per non passare da coglione la inseguo,
la fermo, mi scuso e dico: Senti, vorrei approfondire i tuoi accorgimenti, io
e te si potrebbe scoprire dei punti in comune e se vuoi aprire le ga- le ga- le
gabbie in cui rinchiudi i tuoi pensieri più astrusi, i desideri più impuri
potremo chia-chia-chiacchierare e scoprire tutti i punti biologici che devi
toccare!
Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!!
Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Su toccami, toccami qui ! !
Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami
qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui !
Questa tipa attacca a parlare, io continuavo a bere, facevo finta di ascoltare,
dopo circa una mezz’ora di stronzate e paroloni mi mette una mano sopra i
pantaloni e dice: ...Ho voglia di pene-pene-pene-penetrare all’interno del
tuo ego per poterne ricavare l’essenza, la dissidenza, e quel tuo sentimento
di reazione violente. Le dico: Senti bella, adesso ti spiego, ho voglia
anch’io di penetrare, ma non certo il tuo ego, ma la tua fig-fig-figura di donna
inserita nella società moderna. Quali sono i tuoi interessi? Cosa ti piace
fare? Quali sono i tuoi progetti per stasera? Per essere sincera avrei un
appuntamento, un corso di pittura, non posso mancare, stasera ho proprio
voglia di usare un pennello, con un pennello in mano mi posso realizzare! Senti bella, potevi anche dirlo che avevi solo voglia di prendere il pennello,
il corso di pittura puoi anche lasciarlo a casa io ho un pennello, é lungo,
largo, forte e bello, lo uso proprio come fossi un vero artista, e con il mio
pennello sono un gran professionista!
Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!!
Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Su toccami, toccami qui ! !
Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami
qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui !
Cosi la porto a casa mia lei si siede sul divano e io mi metto in libertà, apre
la borsetta, si accende una sigaretta, mi guarda intensamente con la faccia
sospetta e dice: ...Guarda, non so cosa tu voglia fare, sono una tipa
intellettuale e certe cose non le faccio, un uomo per potermi conquistare
deve avere un grande ca-carisma, cerco un maschio con una grande
personalità, che sappia sco-vare le mie particolarità, deve essere istruito,
intelligente, acuto, a un uomo così darei persino il cu-cuore!.... Veramente
-le dico- cio che di te meno mi interessa é il tuo cu-cu-cuore, non é per
offendere il tuo cervello ma siamo venuti qui perchè volevi il mio pennello!.
Lei mi dice: ...Giusto! Prepara il colore: ho voglia di scoprire qualche nuova
posizione ortogonale, mica male però il tuo pennello! Posso toccare?... Tocca, tocca pure ma fai piano é delicato, non esagerare é appena
appena bagnato... Ma lei non mi sentiva più e pensava solo a quello, e non
ha lasciato tutta la notte il mio pennello!
Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!!
Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Dai tocca qui!! Su toccami, toccami qui ! !
Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami
qui ! ! Tocca qui ! ! Su toccami, toccami qui ! ! Tocca qui !
09 Solo per te (06:06)
Un fiume di parole che non sanno dove andare
ruffiane come un gatto che si fa accarezzare
mi nuotano nella testa e poi mi scendono nella gola
e vogliono essere sentite da una persona sola
una persona sola che le sappia capire
che sappia catturare tutto quello che hanno da dire
qualcuno che le prenda per poterle conservare
qualcuno a cui poterle dedicare
Di certo non importa quanto tempo � durato
ma � sembrato abbastanza non hai mai pensato
a quante cose abbiamo fatto e quanto si � parlato
e a quante notti in bianco che abbiamo passato
notti di discorsi notti di stronzate
di sesso di rimorsi,di litigate
al sapore di birra,Nutella e biscotti
di sudore di letti bagnati e disfatti
e mi piacevi sai quando ridevi
e mi piaceva anche il modo in cui fottevi e godevi
e adesso � tutto lontano,finito diciamo
ho avuto un paio di storie da quando non ci sentiamo
sono ritornato alle mie vecchie convinzioni
e le donne le uso solo come svuotacoglioni
girando,parecchio rappante
con un dj per amico e un microfono per amante
ma ricordo quella volta quando il meglio abbiamo dato
alle fine ero distrutto e ti ho cercato
� stato automatico non lo capisco ancora
non avevo pi� pensato a te prima di allora
ed � stata quella notte che ho pensato a questo testo
non capivo il motivo ma sentivo
che farlo era giusto
perch� ti sono grato di ci� che hai insegnato
e di ci� che hai imparato l'ho creato
e forse non � un granch�,ma � fottutamente vero
ed � solo per te...� solo per te...ed � solo per te...solo per te
Solo per te,credimi � un fatto strano
dedichiamo limitiamo questo brano
stai attenta,non fraintendere il mio intento
non sto piangendo sto solo riflettendo
uso questo ritmo lento come accompagnamento
al mio commento a differenza di quei senzapalle
che in un componimento piangono perch� han perso la donna
o ci� che chiamano amore
e che cos'� questo amore se non uno scambio di interessi
che pone le fondamenta su una serie di compromessi
gi�,e tu lo sai bene
che questa non � una di quelle cantilene
tanto care alla nostra tradizione
l'italiana,sfigata canzone
fatta di smielate spremute di cuore
che a quelli come noi fanno solo vomitare
quelli che hanno preso troppi calci in culo
quel tipo di calci che ti rende il cuore duro
e ti insegna a prendere senza dare
a offendere ad usare e poi buttare
ed ecco la differenza che ho notato
con te ho preso ma ho anche dato
e cos� solo per te sto parlando adesso
solo per te rimo questo pezzo
solo per te...solo per te...solo per te
Le cose importanti sono difficili da dire
le parole le rendono stupide e piccole
e poi non sono bravo a descrivere ci� che sento
specialmente su quest'argomento
mi conosco e so che mi sarei dimenticato
di quello che c'� stato un segno ho lasciato
una cosa che di fare non mi sarei mai sognato
e di cui tempo fa mi sarei vergognato
ma non capita tutti i giorni di incontrare
una tipa che ti ascolta prima di parlare
che ama quello che ami
che odia quello che odi
che non passa la vita davanti allo specchio
che non te la fai in un momento
che non gli frega del tuo aspetto
ma che ti guarda dentro
e che ha una faccia da gatta quando ti guarda
ma se si incazza sa essere crudele e bastarda
che in tutto quello che fa � stilosa e originale
che se stai con lei ti fa sentire un po' speciale
che quando si d� lo fa con calore
che non scopa mai ma fa solo l'amore
e cos� ecco il mio segno il mio ricordo
ritmato sputato su questo giro di basso
e qui lo lascio per ogni volta che lo vorrai sentire
ed � solo per te e per chi lo sa capire
� solo per te...� solo per te... solo per te...ciao.
11 Pifferaio magico (05:13)
Attenzione!! ...vi racconterò la storia del pifferaio magico, sentiamo per ordine come andarono le cose. C'era una città nella valle fatata dove ogni persona era addomesticata a vivere ogni giorno in modo CHE la propria condotta soddisfasse IL RE, in un cielo blu il sole scaldava i prati, pieni di fiori gialli e profumati, le case erano grandi e tutte colorate, calde d'inverno, e FRESCHE D'ESTATE. Per ogni abitante non c'era diversità, secondo i voleri DI SUA MAESTÀ, la corte decideva il modo di vestire, LA LINGUA DA PARLARE,
a musica da sentire, e in questa forzata uniformità non c'era neanche un barlume di libertà: DIVIETO DI CANTARE, DIVIETO DI BALLARE, e nei locali pubblici divieto di pensare, i soli a non piegarsi a questa dittatura un pugno di topi in una fognatura, trasgredivano la legge, attaccavano il sistema sbombolando sui muri il loro emblema. All'inizio erano in pochi ma il gruppo cresceva, dal pugno che erano diventarono una schiera di ratti rappatori graffittari in pieno effetto, e i tubi delle fogne erano il loro ghetto. Ogni Sabato sera, nella foresta, organizzavano un concerto, una jam, una festa, perché nel bosco un pifferaio li faceva ballare, avrebbero fatto di tutto per sentirlo suonare. Erano ubriachi dalle nove alle sei nato per rappare SEI QUELLO CHE SEI, odiavano la corte, ballavano e bevevano, e il pifferaio magico QUELLO IN CUI CREDEVANO. Il re era preoccupato per questa agitazione: temeva l'evolversi in sovversione, lui sapeva che i topi erano a conoscenza della crescita costante della loro potenza. Al pifferaio magico io devo parlare, al capo delle guardie disse: VALLO A CATTURARE, così alla corte quella sera entrò un tipo strano che teneva un flauto stretto nella mano. Sua maestà disse alle guardie potete uscire: nessuno deve udire quello che gli voglio dire. Pifferaio magico STAMMI A SENTIRE, io possiedo di tutto e te lo sto per offrire LO SO il talento non ti manca, perché sprecarlo con quella gentaglia. Sai benissimo anche tu che se lo voglio io diventerai un divo venerato come un dio SCARPE E MAGLIETTE CON SOPRA IL TUO SIMBOLO, DONNE E SOLDI COME SE PIOVESSERO, se questo ti interessa io te lo posso dare, ma prima c'é un favore che mi dovresti fare: con il tuo flauto raduna i topastri, falli divertire, bere, ballare come pazzi. Sarà l'ultima festa per quel marciume perché li spingerai giù fino al fiume, saranno così ubriachi da non poter più nuotare, ed uno dietro l'altro DOVRANNO ANNEGARE, eliminata quella feccia dalla mia nazione creerò una nuova star della canzone. Il pifferaio magico rispose: VA BENE, e dopo sua altezza gli offrì da bere ma so che poi uscì dalla corte coprendosi il viso per nascondere l'ombra di uno strano sorriso.
Il pifferaio magico aveva un piano, montò sul suo cavallo e galoppò lontano, e città per città si fermava a suonare e in ogni posto i topi faceva ballare. Lo seguirono tutti nel suo viaggio nel paese,
tornò alla valle fatata ch'era già passato un mese e dietro lui c'erano topi A NON FINIRE, un numero enorme impossibile da dire. Entrò nella via principale, con il suo strano corteo arrivò al palazzo reale, aiuto aiuto aiuto gridò il re terrorizzato, mi hanno abbattuto, MI HANNO SPODESTATO. Il pifferaio disse scusi maestà se ho regalato ai topi la sua città, ma forse almeno loro sapranno rispettare la libertà di ognuno di fare e di pensare ...attenzione!! LA LIBERTÀ' DI OGNUNO DI FARE E DI PENSARE. ...attenzione!!!
E passato molto tempo e nella valle fatata ora c'é una città dove la gente é abituata a vivere ogni giorno come gli piace nel rispetto E NELLA PACE. Del pifferaio magico nient'altro io so, la sera della conquista a cavallo se ne andò disse ai topi mi dispiace non posso restare ci sono altre città ALTRI PEZZI DA SUONARE
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di Cornell
"Un album che ha dettato le basi dell’hip hop italiano (purtroppo con disastrosi risultati postumi)."
"Quando si parla di hip hop italiano vengono in mente gruppi che hanno banalizzato il genere, mentre Articolo 31 raccontava il disagio reale della periferia milanese."