Da qualche anno il jazz e le avanguardie musicali scandinave si sono riaffacciate prepotentemente sul panorama mondiale e la fanno decisamente da padrone.

Dico riaffacciate perché l’ estremo nord dell’Europa è stato sempre terra prolifica in materia di jazz, Don Cherry su tutti. Sicuramente tra i personaggi più influenti di questo “new movement” c’è il trombettista norvegese Arve Henriksen, già visto con il collettivo dei 'Supesilent' o con i 'Food'.

Questo disco è il secondo della sua produzione da solista e a mio avviso anche il migliore. La sua tromba è chiaramente la protagonista assoluta del disco, anche quando compare la voce, sembra solo un ideale e complementare continuazione del suono del suo strumento, che richiama con discrezione la lezione di Miles Davis e di “In A Silent Way”, tuttavia con estrema originalità e una sensibilità al di fuori del comune.

Difficile non essere catturati sin dal primo ascolto dal suono della tromba, che fa sognare e si lamenta, si distorce e poi ridispiega le ali. Con il suo prezioso strumento Arve Henriksen traccia melodie malinconiche e vellutate, dipingendo atmosfere delicate ed eteree, facendoci immergere nelle fredde lande scandinave.
La sua musica rarefatta dai tempi dilatati è squisita improvvisazione, una ricerca continua e discreta, un viaggio ai confini del mondo.

Musica minimalista, musica jazz d'avanguardia, musica elettronica che addirittura tocca anche i lidi dell'ambient e della new-age (nel senso buono del termine, se di buono si può parlare di new age, vabè era solo per rendere l'idea... !), come nella splendida “Bird’s Eye View”, tra le migliori del disco assieme a “Parallel Action” e “Time Lapse”.

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