Urge una premessa, insolita, perché davvero curiosa. I Midnight sono di fatto una one-man band: Jamie Walters - aka Athenar - suona tutti gli strumenti che potete sentire in un qualsiasi album del suo gruppo, scrive ogni canzone e ogni testo. Solo nei concerti egli è costretto ad essere accompagnato da musicisti di supporto. Nato come un progetto parallelo ai gruppi in cui militava - Abdullah, Boulder e Destructor - alla fine quella dei Midnight si è rivelata la punta di diamante dell'artista.

Questa seconda uscita della "band" non è per nulla distante dall'esordio di tre anni prima, Satanic Royalty: siamo davanti a uno speed metal rabbioso, pulito nella produzione quanto caotico nel cantato (fra scream e grido forsennato) come nelle due linee di chitarra, una impegnata nel fulminare con riff taglienti e l'altra nel profluire assoli vertiginosi che discendono dai Motorhead. In perenne oscillazione fra ritmo e melodia, la grande conquista degli spudorati e radicali Midnight, è quella di fondere alla perfezione forma e contenuto senza lasciare nulla al caso; non è l'innovazione il loro pregio, quanto la capacità di abbracciare le stesse armi dall'inizio alla fine dell'opera, senza mai tentennare. Fin dalla copertina si entra in un universo dominato dal satanismo, quello più acido, su cui vengono innestati testi che parlano di stupri e omicidi, il tutto senza scadere nel ridicolo; il rischio è evitato grazie alla determinazione nell'omettere ogni ironia, ogni ammorbidimento dei toni. Entrando nel mondo di Walters si scivola nella pressa di città malate e voragini infernali, venendo condotti, allo scadere della mezz'ora, al cospetto di un vortice che è liberatorio: una catarsi.

Carico i commenti... con calma