Ogni volta che ascolto un disco di Axel Rudi Pell mi chiedo se, in tutto il mondo, siano presenti ancora dei suoi fan. No, perché la cosa sta diventando seria e, allo stesso tempo, preoccupante. 

Non voglio mettere in discussione le sue abilità come chitarrista, dal punto di vista tecnico e/o altro. Il fatto è che Axel mi ha davvero entusiasmato con i suoi primi album. Prodotti in maniera alquanto artigianale, vero, ma dischi dal quale emergeva un heavy metal davvero bello, melodico e roccioso. Non parliamo poi dei suoi guitar solo. Non sarà un guitar hero, forse non uno di quelli tra i più famosi, noti o, lasciatemi passare il termine, uno tra i “VIP” della categoria. Ma rimane, comunque, un gran bravo chitarrista.

E, allora, perché deve sfornare dischi di merda? 

In verità, il suo ultimo album, “Diamond Unlocked”, era un album di cover. Axel aveva deciso di tributare e omaggiare diversi artisti. In particolare, bellissima era la cover “A Beautiful Day” degli U2, band che ho sempre avuto un po’ sulle balle e che credo sia stata un po’ (troppo) sopravvalutata. Ma questi sono affari che non riguardano “Tales Of The Crown”.

Perché, effettivamente, questo platter, potrebbe anche essere considerato un dischetto, tutto sommato, carino, ben suonato, ben cantato (forse l’unico che si salva è proprio Johnny Gioeli …. ) e meravigliosamente prodotto.

Però, ahimè, ahinoi e ahivoi tutti…. Siamo innanzi al classico disco stereotipato “made in Rudi Pell” che non aggiunge una mazza a le uscite degli ultimi anni dell’artista in questione.

C’è la canzone epica (l’opener “Higher”), ci sono i mid tempo, ci sono le speedy songs (“Buried Alive”), c’è la ballatona di turno (“Touching My Soul”, dal titolo davvero patetico) che ricicla “Forever Agel” e tutte le ballatone di Mr. Axel Rudi Pell e che, quindi, non mi attrae per nulla. Una canzone infilata così, tanto perché c’era spazio nel CD. Mbah…..

E che dire della strumentale “Emotional Echoes”? Niente. Carina. Axel si diverte, ci fa ascoltare che è bravo, che sa suonare molto bene il suo strumento, che non strafa’ mai con lo stesso e che, con gli assoli, è un drago. Insomma: tecnica, metodo, tanta scuola, tante ore trascorse a suonare la sua chitarra, il suo unico vero amore.

E, in realtà, la recensione è già finita. Come credo sia giunta alla fine la carriera di Axel Rudi Pell, un uomo che ha dato vita ad una sua “One Man Solo Band” che, agli inizi, andava davvero forte, poi ….. poi si sarà rincoglionito, cavolo ne so. Sarà l’età.

L’unica song che mi sento di salvare dal massacro è “Riding On An Arrow”, dal gusto più hard rockeggiante., dalla chiusura demenziale con un bambino che in tono demenziale canta “Ride On An Arrow”…. La fantasia si spreca….

Tuttavia, tornando al discorso intrapreso, sfornare dischi fotocopia non è il massimo, specie se rispetti pure l’ordine di inserimento delle song in scaletta (ad esempio, al quinto posto deve esserci la ballad, altrimenti il Dio del Metallo potrebbe fulminarti!).

Come recitai nella mia ultima recensione, a proposito dello stesso Axel: “E bravo Axel! Hai capito come si fa a dare alla luce un grande album: l'importante è che le canzoni non sia tu a scriverle….”, aggiungendoci pure un “muahauhauhauhauahuaahua!!!!” finale.

Ecco…. Ora, oggi, adesso ne sono convinto. 

Axel, per l’amor del cielo, facci un favore: resta a casa e non fare nulla che abbia a che vedere con l’heavy metal e con la musica in genere. 

Perché questo disco fa veramente cagare. E credo farà cagare anche il prossimo e il prossimo ancora.

E perché riempire il mondo di cotanta merda quando ne abbiamo già a sufficienza?

Vabbè…. Vi lascio tutti.

Vado a cagare.

(2 stelle per Johnny Gioeli… altrimenti sarebbe davvero stata la fine)

Elenco tracce e video

01   Higher (07:18)

02   Ain't Gonna Win (04:51)

03   Angel Eyes (04:57)

04   Crossfire (05:22)

05   Touching My Soul (06:32)

06   Emotional Echoes (05:07)

07   Riding on an Arrow (05:55)

08   Tales of the Crown (08:21)

09   Buried Alive (05:42)

10   Northern Lights (06:22)

Carico i commenti...  con calma