Oh! Finalmente: "c'è qualcosa di "nuovo" sotto il sole, anzi d'antico", mi pare che questa citazione del sommo Poeta (Pascoli), calzi a pennello a quanto sto per raccontare in merito al terzo celebre album del Banco del Mutuo Soccorso, gruppo storico del progressive nostrano. Ma vado con ordine partendo dal 2012 quando inizia un progetto nuovo per il complesso romano oramai capitanato dal solo Vittorio Nocenzi: quell'anno vede la luce il cofanetto rievocativo in occasione del quarantennale dall'uscita dell'album d'esordio (omonimo) pubblicato in questo caso dalla "Legacy", casa discografica all'uopo fondata. Senza dilungarmi su quel prezioso contributo musicale segnalo altre due tappe successive di questo percorso di "riscoperta" delle proprie origini: il secondo cofanetto del 2013 a riesumare "Darwin" ed ancora nel 2014 l'album "Un'Idea che non puoi fermare", ricchi di segnalazioni storiche, foto d'annata e specialmente preziosi e gustosissimi inediti d'epoca e non. Con "Io Sono Nato Libero - La Libertà Difficile", almeno per ora il discorso arriva all'apice, evviva!

Cosa c'è di speciale in questa che alcuni potrebbero pensare, sbagliando di grosso, essere la solita mossa commerciale di riproporre argomenti triti e ritriti? Ebbene oltre all'edizione rimasterizzata dell'album originale, operazione già lodevole di per se in quanto il risultato è davvero ammirevole; abbiamo l'inedito "La Libertà Difficile" e ciò basterebbe a giustificare il vivo interesse degli amanti del prog nazionnale in generale e del Banco in particolare. In realtà questo lavoro mi pare davvero degno di segnalazione, prova ne è che all'uscita lo scorso ottobre è schizzata nella top ten dei vinili.......dove peraltro si trova in buona compagnia di.........."The Dark Side of the Moon" (ancora? Ma sono 45 anni! Non se ne può più o quasi)

Parole pesanti e me ne rendo conto, basta poi dare un'occhiata alle mie recensioni di alcuni album del B.M.S. non certo generose in quanto a punteggio, per rendersene conto.

Ma passo al dettaglio, di cosa si tratta? Vittorio Nocenzi descrive in parole e musica, ma specialmente Musica: il contesto in cui nasce "Io Sono Nato Libero" e le sue motivazioni fra le quali principalmente l'evoluzione del Movimento Studentesco giovanile e specialmente il colpo di stato liberticida in Cile ai danni di Salvator Allende. Troviamo così 5 brani nuovi o quasi, nel senso che sono prevalentemente un'ottima rielaborazione di quelli originali, modificati anche nel titolo.

Ecco allora che il "Canto Nomade" diventa "Je Suis" che accompagnata dalla successiva "Apres Rien, Rien es Plus le Mème" (brano omonimo in italiano) cala le situazioni del 1973 nel presente degli attentati parigini che hanno fortemente colpito l'autore, facendogli rivivere il disappunto, la rabbia e l'angoscia della sua gioventù e magari anche della mia. Entrambe le ricomposizioni sono di assoluto valore, per lo meno per coloro che, come me, hanno ormai nel DNA gli album della prima trilogia del Banco, devo inoltre ammettere che la lingua dei cugini d'oltralpe si dimostra veramente efficace in tale circostanza!

Molto bella anche la riedizione di "Non mi rompete" denominata "Improvviso: un Viaggio Alato": una chiacchierata con il pianoforte di Vittorio che vi accompagna o per meglio dire culla per 5 minuti davvero emozionanti.

Prima di riprendere il discorso sull'album, mi pare giusto citare i musicisti del "Nuovo Banco" che affiancano l'anziano Nocenzi; abbiamo quindi Filippo Marcheggiani alla chitarra acustica e voce principale, Nicola Di Già alla chitarra elettrica, Marco Capozi al basso e Fabio Moresco alla batteria, tutti bravi anche se risultano un po' di contorno alla straripante presenza di Nocenzi.

Gli ultimi due brani si discostano ancor di più dagli originali, in particolare c'è "Bach Cromatic" in cui Nocenzi da fondo alle sue qualità di tastierista con un'evidente citazione di J.S. Bach a "preludio" della rielaborazione della "Città Sottile" lungo brano che lo vede protagonista quasi totale, riconoscibilissima la "Toccata e Fuga" del Padre della Musica moderna, rivista e rivissuta in perfetto stile prog, rimandando con ciò il pensiero al capolavoro del Gruppo: quel "Banco.....di Terra" che ahimé pochi hanno avuto pazienza di comprendere.

Molto incalzante nel ritmo e nel cantato è il brano che dà nome all'album "La Libertà Difficile": che finisce drasticamente non senza rammaricoe forse con evidente richiamo alla realtà, lasciando poi spazio alla lunga descrizione dell'opera con interessanti anedotti, da parte dello stesso Nocenzi, che anche se interessante risulta obiettivamente molto autoreferenziante. Del resto se qualcuno, specialmente dopo il primo ascolto non è interessato alla riedizione della storia, può benissimo abbreviarne l'ascolto...........non succede nulla!

Quanto mai difficile dare un giudizio complessivo al lavoro del Banco e di Nocenzi in particolare, visto che parliamo di tre episodi diversi, quindi mi limito alla novità, all'inedito che posso tranquillamente quotare con 4 stelle riservando, come di consueto, il massimo punteggio ai capolavori e questo pur essendo di grande spessore e valore, non ha quelle caratteristiche, anche se sollecito vivamente gli appassionati a non farsi mancare questa esperienza. Concludo con una nota tecnica ovvero che l'opera in questione è stata pubblicata in due formati: vinile con allegato CD del nuovo lavoro e libro a corredo descrittivo, oppure come nelle procedenti riedizioni dei primi due album con cofanetto e libretto di 40 pagine + CD bonus. Chi scrive s'è riferito, maco a dirlo, alla edizione vinilica.

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