Una nube malinconica sovrasta Sea Change.

La voce di Beck può sembrare pure stanca del mondo ma che bellezza.

Beck canta cupo in "The Golden Age": "In questi giorni a tirare avanti / non ci provo nemmeno,".

See Change è un album folk di notevole bellezza ma come tutti gli album folk/country nasconde in se molta tristezza.

Lo si può capire già dai titoli "Lonesome Tears", "End of the Day", "Already Dead", "Lost Cause"

Dov’è finito il ragazzo ballerino di “Sexx Laws” & “Nicotine & Gravy”?

E’ sempre lui, è sempre Beck.

E’ coraggioso, geniale e non fa musica per la critica o per compiacere i propri fan. E’ un’artista in continua evoluzione, un po’ come il nostro Battiato o il compianto Battisti.

Questi sono artisti “Avanti” forse troppo.

Le canzoni sono stracolme del tipico immaginario di Beck (cani randagi, chiaro di luna, diamanti come caleidoscopi) ; i suoi eroi Hank Williams, Johnny Cash, Bob Dylan e Nick Drake, trasudano in ogni registrazione. So che la critica, fondamentalmente “fighetta”, cataloga il disco in un inciampo del cantautore…addirittura per la qualità del suono, ma non esiste cosa più sbagliata. Questo è uno dei migliori dischi di Beck, capace di trasportarti in un viaggio acustico rilassante e suadente e i suoni sono perfetti, acustici, vibranti.

Ci sono cliché della musica folk, rime facili e prevedibili ma che cosa conta? Le cose semplici sono in assoluto le migliori, Beck sa essere innovatore quando c’è bisogno e non in un genere come il folk dove l’unica cosa che conta è scrivere una bella canzone.

Perché imbruttire un brano solo per essere innovativi?

Tanti gruppi “Indie” italiani che non fanno musica alternativa ma semplicemente brutta, dovrebbero prenderlo da esempio.

Capolavoro. 5 stelle.

BECK – Sea Change

2002

Etichetta: Geffen

Produzione: Nigel Godrich

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