Chiedetevi per davvero, se avete realmente visto Taxi Driver.

(es: "ho mai visto realmente Taxi Driver?")

Sì, c'è una intramontabile percentuale che ha a dirmi con certezza sopraffina che questo è avvenuto, ma d'altra parte, non ne sarei così convinto: ovvero non sarei del tutto persuaso del fatto che in molti abbiano colto ciò che fluttua, acido e profumato nell'aria, lungo la più grande pellicola mai concepita e strutturata da Scorsese (lo so, lo so, sono così "iperbolico", come alcuni di voi dicono, che credo proprio di fare due passi di fianco alla parabolica di Monza e lasciare intatta una strisciata di saliva su di essa, appena finisco la recensione, così, per vezzo) .

Ma io intendo passare ai fatti. E poi ad ognuno il proprio giudizio.

Prova n°1 - BERNARD HERMANN

Hermann nasce a New York nel 1911, e non è il primo stronzo di compositore che passeggia lungo i Viali delle Colonne Sonore: immagino sappiate abbia composto "musichette"  per capolavori quali "Quarto Potere" (Welles), "L'Orgoglio degli Amberson" (maledizione, ancora Welles!) e lo spettacolare sottofondo nella trasmissione radiofonica che fece sbiancare più di mezza America  con "La Guerra dei Mondi" , quando il nostro lavorava alla CBS. Ma il meglio deve ancora venire all'ipofisi, se vi faccio notare che i fendenti musicali di "Psycho" (Hitchcock), sono una sua malsana invenzione. E "Viaggio Al Centro Della Terra"? E "Fahreneheit 451"?

Prova n°2 - VENA SPERIMENTALE

Ma voi, dico, vi immaginereste mai che questo personaggio fu uno dei primi ad interpretare al meglio i primi prototipi di strumenti elettronici già a partire dal 1948? Ebbene, così è stato. Si pensi a come seppe impiegare ad esempio il Theremin, specie nella "Guerra immaginaria" ben narrata da Welles, poi impiegato in futuro da vagonate di band psico-porco-progressive, costringendo la Moog a produrne a fiocchi. Senza contare l' utilizzo pioneristico di strumenti quali chitarra, basso e piano, elettrici (!). Un vero e proprio profeta.

Prova n°3 - "CARATTERISMO MUSICALE"

Dove per "caratterista", con riferimento ad un attore, si intende alludere alle capacità espressive che questi riesce ad ottenere, mediante il suo grado di interpretazione emozionale-fisica del ruolo di riferimento, per "caratterismo musicale", io, povero rincoglionito, intendo definire quella magnifica capacità (unica in lui, e a pochi altri, Morricone for example) di saper passare entro la porta che divide il film dalla realtà, ed immergersi in esso, per tastare con mano quello che chiunque altro non avrebbe il coraggio di saper notare, al meglio.

Le musiche che danno vita, sfumatura, sostegno e profumo/olezzo a questo favoloso film, sono a mio avviso inesistenti in qualsivoglia altra pellicola e corto, in particolar modo se si tiene conto del fatto che coincidono con la fine della vita del suo stesso compositore, morto proprio alcuni giorni prima del montaggio finale della pellicola (1975), e quindi per sempre ignaro di quello che De Niro e compagine hanno saputo lasciare da quel momento in poi al cinema stesso. Passaggi come "Thank God For The Rain", o "Diary Of A Taxi Driver", altro non sono che canoe di puro calore, percorrenti le gelide acque dell'esistenza troppo contenuta, in fase di esplosione, nel tanto oramai noto Travis Bickle, rappresentante reale dell'umanità. E questo significa principalmente una cosa: Hermann  credeva fortemente, incontrovertibilmente, quasi tacitamente, a quello che la sceneggiatura di Paul Schrader intendeva lasciare al povero spettatore.

Chi di voi non ha mai provato un brivido, chi, mi chiedo, nel sentire la voce di Ferruccio Amendola parafrasare toni post-apocalittici, sullo sfondo di quei fiati, di quei gingles sbiaditi ed allo stesso tempo così tiepidamente caldi, che solo "Diary Of a Taxi Driver" ha saputo manifestare? Ma sì, mi avete capito. Proprio quando il Bickle errante straparla dei fatidici "animali della notte". Chi di voi è rimasto immune da ciò? Avanti, fatevi sotto, "superuomini". Vi confesserò che io, nella precisa prossimità di quel momento, nei fragnenti in cui necessito di rivedere quella scena per la miliardesima volta, provo il materializzarsi delle stesse sensazioni che mi turbarono per sempre in una gelida notte di Febbraio di molti anni fa. Mi si accapponò la pelle, ogni tentativo di erogazione di aria si chiuse: una scossa di pura elettricità percorse la dorsale per concentrarmisi nella zona che il mio encefalo impiega per blindare i peggiori fra i ricordi della mia esistenza. Questo mi capitò, e tuttora mi capita, proprio quando il mio organismo me lo richiede avidamente.

Se tutto questo mi è stato dato di provarlo, lo devo a Scorsese, a Robert De Niro, ed al grandissimo Amendola. Ma niente, e ripeto niente, avrebbe potuto renderlo tale senza quel genio formidabile, quel pioniere profondo, quell'animale dostoevskijano che fu Bernard Hermann con questa irripetibile colonna sonora.

Alle volte, penso a cosa sarebbe stato della mia vita senza mai aver letto "Delitto e Castigo".

Sono le volte, quelle,  in cui mi dimentico del dramma che avrei probabilmente sperimentato senza mai avere ascoltato questo tentativo unico, di scavare l'anima con cucchiaiate di archi scomposti, e fiati, e batterie accennate, giusto per scuotere l'anima. Per far vedere che essa esiste davvero. Per far intendere che essa riposa custodita dalle nostre frustrazioni.

Per far capire che anche il nulla, può risvegliarla, e farne una centrale di energia senza eguali.

Amore compreso.

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