Oggi tocca a loro, i Betularia.

Già dalle prime note di "Una notte fioca di lume" l'album cattura la mia attenzione, sulle parole italiane molto ben utilizzate, sulla dolce densità dei suoni avvolgenti, sulle armonie nuove, non paragonabili ad altro. Intrigante, veramente.

Prosegue con dei pezzi molto semplici ritmicamente, ma elaborati nelle armonie, e quasi mai ripetitivi. Persino con i particolarissimi intervalli di "Sagome" la mia stima per questo album non si riduce. Poi, come sempre, arriva il punto dolente: "Tutto a mio modo" è una traccia piuttosto banale come giro, come armonizzazione, e non mi coinvolge proprio per nulla. L'inizio della successiva traccia sembra provare a farsi perdonare, incominciando con degli archi molto dolci, presto raggiunti da basso e batteria, un giro molto dolce anche se sostenuto. Etere fluido fluisce...Un testo un po' "stironato", metricamente piuttosto azzardato..Tutto sommato molto interessante.

Con "L'esodo dei girasoli" fanno capolino delle chitarre ritmiche distorte piuttosto fastidiose, che non contribuiscono a migliorare la canzone, piuttosto povera già di suo. Anche le tracce seguenti non entusiasmano, sono piuttosto ripetitive, anche come utilizzo dei sintetizzatori, di delay con lo stesso identico tempo e stile su varie tracce... Peccato. Era cominciato molto bene, le prime tracce sono molto valide, le seguenti stufano un po'. Recuperano terreno con "La Calma e l'Immenso", con una voce lontana e vagamente distorta, chitarre di atmosfera e batteria dolcemente incalzante. Belle le sovrapposizioni di voci, con effetti diversi.

Anche la seguente "Misture" si stacca dal resto per delle distorsioni più pesanti, un testo più arrabbiato anche se il tono di voce rimane leggero e calmo.. 'non esistono misture, o sei o non sei'. La traccia successiva mi attrae già dal titolo, "Breve Riflessione", effettivamente valida e attraente. Peccato.

Peccato per quel 'centro album' troppo scontato.

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