Nel 2010, dopo vari disguidi con le case discografiche, i Black Rebel Motorcycle Club, con l' ex Raveonettes Leah Saphiro alla batteria, che sostituisce Nick Jago, pubblicano questo album sotto la loro etichetta discografica indipendente, l' Abstract Dragon. "Beat the Devil's Tattoo" è un disco che non apporta fondamentalmente grosse variazioni nel classico sound della band, da sempre caratterizzato da chitarre fortemente distorte, suoni molto riverberati e basso roboante. Purtroppo però, ci troviamo probabilmente davanti alla peggior release dei Ribelli Neri (nonostante non sia proprio pessima), se non contiamo l' inutile ed imbarazzante esperimento noise/drone "The Effects of 333" tra gli album ufficiali del gruppo. I brani spesso si prolungano troppo e diventano noiosi e pesanti, manca decisamente il songwriting fresco, seppur non innovativo, che caratterizzava tutti i precedenti album.

E nonostante ciò, in apertura troviamo la title-track, forse il pezzo più famoso della band, un buon brano, anche se un po' ripetitivo. Decisamente divertente anche il pezzo successivo, il garage rock di "Conscience Killer". Seppure nella sua forte orecchiabilità, anche "Bad Blood" fa la sua buona figura sul disco. Come si può intendere dal titolo, "War Machine", è un pezzo dall' incedere possente, un altro pezzo riuscito. Se poi "Shadow's Keeper" e "Mama Taught Me Better" sono i migliori pezzi dell' album, sempre molto apprezzati dai fan durante i live, poco altro si salva dell' album, se non le discrete "River Styx" e la piano-ballad "Long Way Down". Per il resto troviamo brani noiosi e scritti male, come "The Toll", "Aya", "Evol" e "Sweet Feeling", la quale vorrebbe strizzare l' occhio ad alcuni pezzi di "Howl", ma che sembra finta nella sua genuinità quasi forzata. Infine troviamola solità chilometrica jam, "Half-State", che però non raggiunge assolutamente i fasti di cavalcate psichedeliche come "Heart+Soul", presente su "Take Them On, On Your Own" o "American X" da "Baby 81".

In conclusione, un album che rimane attaccato alla tradizione della band, ma che presenta troppi episodi negativi, e comunque nel complesso pezzi non troppo esaltanti, privi di quell' atmosfera dark e disperata dei primi album. Dunque, se sei un amante di classici della band come "Love Burns", "Stop" e "Weapon of Choice", questo disco ti farà venire nostalgia dei vecchi tempi...


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