Recensico il quinto disco dei Black Sabbath a memoria dallo studio legale in cui lavoro, giusto per cominciare e perchè ho visto che la rece di questo disco molto figo ancora non è stata fatta. Trovo che tutto ciò sia un toccasana nei venerdì di cazzeggio imbottiti di caffeina e nicotina.

Una premessa, secondo me la storia dei Sabbath si divide così:
- primi quattro dischi: inarrivabili, con riffoni eterni in slow motion e arrangiamenti scarni hanno creato un sound irrestitibile ed ineguagliato ancora oggi, con Vol. 4 la formula mostra però la corda.
- "Sabbath Bloody Sabbath" e "Sabotage": il sound si evolve e si articola con l'inserzione di un po' di synth e un bel po' di sovraincisioni di chitarra, meno immediati ed eterni ma comunque eccezionali.
- da quello dopo in poi: sono dischi da comprare giusto per collezione perchè le costine laterali delle riedizioni, sugli scaffali e nei porta CD della ikea stanno molto bene vicino.

Detto questo, dico che "Sabbath Bloody Sabbath" è un meraviglioso anello di congiunzione tra le epoce dei Sabbath. I pezzi sono più o meno tutti fighi. La title-track mi piace davvero molto, aldilà del riff principale, mi spacca soprattutto il ritornello con quel cambio di mood con chitarrine pulite, la cover che ne fece Bruce Dickinson (con un gruppo dei ninties inutile)in un tributo ("Natvity in Black" 199X) non riesce a ridare la stessa sensazione di momentanea pace insana. Anche la chiusura del pezzo è memorabile sia nel riff che nel testo("God knows as your dog knows" il verso più figo).
"A National Acrobat", "Killing Yourself To Live", "Looking for today" altre belle gemme da scoprire. "Sabbra Cadabra" poi ti spiega come quando un gruppo ha personalità questa traspare anche quando suona del rock un po' più convenzionale.
Ricordo che c'è un pezzo con un synth che fa zan za-zan tutto il tempo, forse è "Who are you", un tentativo apprezzabile ma non troppo riuscito di approdare su nuovi lidi sonori.
Anche dell'ultimo brano, "Spiral Architect", conservo un bel ricordo, non troppo incisiva ma molto ben articolata e complessa.

Insomma, in definitiva , adoro questo disco e lo consiglio, mi auguro che la recensione riceva un po' di commenti di modo che si possa dibattere sulla band a cui si deve tutto ciò che di buono il metal ci ha dato negli anni.
Rock On

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