Siamo nel 1973 ed i Black Sabbath, ormai sulla cresta dell'onda grazie al planetario successo di Paranoid (1970), sfornano il quinto atto della loro epopea musicale: Sabbath Bloody Sabbath. Solo osservando la copertina (in cui compaiono demoni, teschi ed il 666, numero biblico dell'anticristo) si intuisce quale dovesse essere il clima che circondava il Sabba Nero in quegli anni...

L'album si apre con la meravigliosa title-track caratterizzata dal pesante riffone (in puro Tony Iommi's style) che fa da tellurico sottofondo alla sgraziata e malefica voce di Ozzy Osbourne, ottime le parti in cui Iommi "strozza" la distorsione per ricreare un certo effetto "jazzato" che ben si amalgama con la voce del "Madman" Osbourne. Scossi dal passaggio di "Sabbath Bloody Sabbath" ecco che le nostre orecchie vengono assalite dalle cadenze tombali del riff di "A National Acrobat", brano che richiama in un certo qual modo "Electric Funeral" (presente su Paranoid) per il suo andamento tipicamente doomeggiante. Dopo la strumentale "Fluff" (una vera magia di Iommi), si giunge alla rockeggiante "Sabbra Cadabra" (indubbiamente la track più "allegra" del disco) che smorza un po' il clima plumbeo che si è respirato fino ad ora con un tono decisamente meno catacombale. I cattivi pensieri tornano con la successiva "Killing Yourself To Live" dove già solo il titolo esplica molte cose... Suggestiva e ricca di cupo fascino è "Who Are You" in cui il suono della chitarra di "baffo" Iommi si sposa a meraviglia con le tastiere (che per l'occasione vengono suonate da Rick Wakeman degli Yes) creando una miscela accattivante e nello stesso tempo atipica per un gruppo come i Sabbath... Allegra ma un po' scontata la successiva "Looking For Today" (sicuramente la song meno riuscita di questo meraviglioso album...) che prepara il terreno al trionfale ingresso a "Spiral Architect", brano che rivaleggia con la title-track nella scelta della gemma del disco. L'apertura è affidata ad un "lisergico" arpeggio di Iommi che fa da rampa di lancio per l'ingresso della voce di Ozzy. Caratterizzata da un arrangiamento abbastanza complesso (Iommi dà libero sfogo alle sue attitudini più "progressive") la track scorre via che è un piacere quasi come se scivolasse leggiadra su un tappeto di rose (attenzione alle spine però...!); probabilmente una delle migliori composizioni di Iommi & Co.

Quest'album può essere definito come un "affresco" della carriera del Sabba Nero dove tutti gli elementi che caratterizzano il suono della band vengono messi in evidenza, sicuramente Sabbath Bloody Sabbath rappresenta il picco creativo della prima formazione, negli anni successivi i Sabbath sforneranno ancora degli ottimi album ma il fascino e la follia del periodo con Ozzy Osbourne alla voce non lo riusciranno più a ricreare...

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