Immergerci in un universo parallelo, questo è, in parole da marciapiede, la base dello straordinario lavoro che ha definitivamente lanciato gli ormai gloriosi Blind Guardian. Le tetre melodie che aprono il tutto, accompagnate da rieccheggianti rintocchi di campane, ci avvolgono e paralizzano, buttandoci prepotentemente dentro questa "Other Side" che dà il titolo all'album; dal nulla però un primo riff di chitarra allontana da noi ogni nebbia, illuminandoci e trasmettendoci una potenza inaudita; parte a velocità distruttiva la martellante doppia cassa di Thomen Stauch, aumentando le nostre pulsazioni; entra la meravigliosa voce di Hansi Kursch, straordinariamente melodica, ma con quella forza dovuta a quel pizzico di etanolo di troppo che lo rende perfetto per questo genere di musica; non è finita, in corrispondenza del ritornello si aggiunge un paradisiaco coro che sembra innalzare la canzone direttamente al cielo: ecco a voi Imagination From The Other Side. 

Il primo vero lavoro della band tedesca che va al di là delle banali classificazioni: si delinea un genere che non può essere subordinato ad un altro, ma una vera e propria corrente "Blind Guardian", da molti definita incrocio di musica medievale e power metal portato a velocità vertiginose

Dopo "Imaginations From The Otherside", pezzo sopra descritto che apre e dà nome all'album, ci troviamo di fronte a uno dei pezzi più potenti di tutto l'album, ovvero "I'm Alive" in cui risalta la distorsione delle chitarre di Olbrich e Siepen e la potentissima doppia cassa di Stauch, una delle poche costanti (a volte banali), che ritroviamo in diverse canzoni. Segue quindi la bellissima ballata "A Past And A Future Secret", che conferisce maggiore fluidità al lavoro, rilassando il nostro orecchio: non c'è distorto e la batteria viene sostituita da percussioni dal suono tipicamente medievale, mentre la voce Kursch si fa d'un tratto più calda e avvolgente; non facciamo però in tempo a distenderci che il corso dell'album riprende più impetuosamente che mai con "The Script For My Requiem", in cui ruolo fondamentale ha il coro misto, che interviene assai frequentemente sottolineando i riff salienti della canzone e dando a quest'ultima incredibile originalità. La seguente "Mordred's Song" si apre con un intro medievaleggiante, in cui nuovamente la voce si fa ingannevolmente dolce, e anche se dopo pochi secondi abbiamo quasi l'impressione che si ritorni a toni "cattivi", in realtà le due correnti principali dell'album coesitono perfettamente, con un aumento di toni solo nello splendido solo di Olbrich. "Born In A Mourning Hall" mette in evidenza la vena quasi epica dei Blind con riff veloci e rapsodici che si susseguono senza mai, tuttavia, risultare banali. "Bright Eyes" riprende le iniziali melodie tetre ma affascinanti, mentre la ormai celeberrima "And The Story Ends" chiude tutto con un favoloso intro che assume le sembianze di una marcetta che viene poi addolcito da i cori che c ri-immergono nella dimensione di un sogno destinato ancora a durare solo pochi minuti, quando poi Imagination From The Otherside lascia spazio al silenzio....

Un grandissimo album per una delle più autorevoli band nel cosiddetto periodo buio del metal; guidati un grandissimo produttore, che risponde al nome Flemming Rasmussen, che pochi anni prima di questo aveva diretto un altro grande lavoro chiamato Mater Of Puppets. Un nuovo stile ormai sacro per molti metallari, che di fronte a tanta originalità non hanno potuto far altro che dire "Follow The Blind!" 

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