Questa non è una recensione, ma una specie di apocrifo dylaniano che mi è apparso in sogno. Forse avrei dovuto separare il grano dall'oglio, ovvero virgolettare le citazioni dello zio Bob. Ma non vi sarà difficile riconoscerle, tutto ciò che è favoloso è suo, tutto quel che fa schifo è mio.
…
Jingle jangle morning...
L'aria arriva come una tagliola. L'alba, la barba, la curva della gola. Occhio alla lama, occhio alla mano che sta tremando. Tranquilla mamma, va tutto bene...sto solo sanguinando.
E quindi? Passare al rasoio elettrico? Non male come idea. Tra l'altro, ora che ci penso, un po' di elettricità potrei darla pure alle chitarre.
Si si si!!! Che quel che ho in testa mamma è un suono sferragliante...
E un treno...
Si, si un treno...
Ci incastrerò dentro milioni di parole, gliele caccerò dentro a forza, se necessario. Io ho un cazzo di potere, potrei far stare un circo in un barattolo, miss cento chili in una culla, il mio enorme ego in un portaspilli.
Oh mamma, il fischio della notte, lo stridore su rotaie accecanti sotto le stelle!!!
Dietro la luna dei finestrini ci saranno fiori, fallimenti, corvi, renne, marinai, cascate di pietà, orfani col fucile.
E' tutto un tale caos mamma, non si può cantare come prima del diluvio...
Niente più musica delle sfere allora, solo il tocco di un qualche colore ansioso, innominabile...
Il blues sotterraneo ha nostalgia di casa, il cielo mi si accartoccia sotto i piedi e l'apocalisse è il mio gioco preferito.
Ecco allora il buio allo scoccare di mezzogiorno, l'ombra che arriva persino sul cucchiaio d'argento, quello del servizio buono.
Ah mamma, devo sbrigarmi, l'autostrada è per i giocatori d'azzardo e qualsiasi cosa decida di conservare devo afferrarla in fretta.
Sensi all'erta, allora... lingua spasmodica, rime esplosive.
Non solo!!!
Anche un suono sottile, mercuriale per lei, lei che non si volta indietro mai. Piccola Ketty, bambina triste, Lisa dagli occhi blu.
Poi...
Poi...
Poi mi piacerebbe cantar una canzone trascendente di quelle che spiegano tutto senza spiegare niente.
Qualcosa con un filo logico non portante e sensazioni più che bei ragionamenti.
Fai conto una melodia tutta fil di fumo e ogni cosa come in filigrana, una roba che le parole mica devi spingergliele dentro a forza oh no, le parole ci si accomodano beate.
Ah mamma, non sai quanto ho studiato: il tizio dalle suole di vento, il fanciullo il cui nome fu scritto sull'acqua, la piccola Gelsomina con un tamburino in mano...
E alla fine mi sono trovato su questa specie di ponte immateriale, di qua la stanchezza, di là qualcosa che è meglio non definire, ma forse...
Forse è una specie di mattino, quando l'aria arriva come una tagliola, l'alba, la barba, la curva della gola...
Io però non sono più qui...
Ciao mamma sono arrivato uno...
Trallallà...
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