Anche questa volta, dopo la pubblicazione di 'Best Troubador' a maggio, Will Oldham si disimpegna nella reinterpretazione di canzoni scritte da un altro autore e in un disco tributo, anche se le finalità sono completamente differenti. Se nel caso di 'Best Troubador' Oldham ha voluto rendere omaggio a Merle Haggard, autore fondamentale nella sua formazione come musicista e suo principale modello di riferimento, 'Wolf of the Cosmos' (Drag City/Palace Records) è infatti praticamente una completa rivisitazione di 'Sonata Mix Dwarf Cosmos', disco scritto e pubblicato dalla musicista e compositrice norvegese Susanna aka Susanna and the Magical Orchestra nel 2007.

La scelta di pubblicare nel giro di sei mesi il secondo album in cui reinterpreta la musica di altri autori è stata molto criticata per quello che è un autore storicamente molto prolifico, ma Oldham ha risposto alle critiche in maniera netta, specificando che per lui questo tipo di operazione è esattamente la stessa che lavorare in studio a nuovo materiale. Peraltro in questo caso non c'è la stessa componente emotiva che lo aveva coinvolto in materia viscerale nel caso del tributo a Merle Haggard, ma la volontà di omaggiare senza vincoli un disco che semplicemente considera di una bellezza speciale.

Registrato assieme agli stessi musicisti che lo hanno accompagnato durante le sessioni di registrazione in studio dell'EP 'Chijimi' (Drag City, 2007), cioè Cheyenne Mize e Emmett Kelly, 'Wolf of the Cosmos' è un lavoro elegante e molto sofisticato. I toni sono differenti da quelli del Bakersfield Sound di Merle Haggard e di 'Best Troubador', che era un disco di musica tipicamente 'americana' e outlaw country, e si allinea a una serie di produzioni di Oldham che hanno quel carattere delicato e folk più minimale. Canzoni sussurrate in atmosfere cariche di fascino misterioso e che rievocano paesaggi dipinti a tinte chiare colore pastello e una certa serenità. Un bel disco sicuramente, dunque, e una interessante reinterpetazione di un lavoro che partiva da presupposti diversi a quelle che sono state le scelte in sede di registrazione di Oldham, ma che tuttavia per quanto mi riguarda e come è successo in altri episodi della discografia di questo autore, ha veramente troppa poca carica e stanca facilmente l'ascoltatore.

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