Nei giorni odierni, le enigmatiche Sfingi, si arroventano al sole lungo misteriosi percorsi, in una vacua attesa, celando segreti inconfessabili.In un'epoca ormai dissolta e mummificata, furono testimoni di fastose processioni di una immaginifica civiltà aristocratica.Dalle statiche e imponenti divinità zoocefale, emergono dal remoto passato papiri ingialliti dagli effetti implacabili del tempo.

Scritti illuminanti e comprensibili a tutti.

Qualche giorno fa, osservavo la mia incartapecorita libreria, nell'improbabile tentativo di creare un po' di ordine, individuai, in un mal riposto angolino, un minuscolo e singolare libriccino di 48 pagine (6X10 cm).

Una singolare selezione di scritti, scelti e tradotti da Rachewiltz.

Isuddetti sono tratti da: Ptahotep (c. 2675 a.C..), Kagemni (2778-2723 a.C.), da Re Kati per il figlio Merikara (II metà del III millennio a.C.), dalla stele di Antef figlio di Sent, da Anij, e da Amenemapt.

La sintetica introduzione si addentra nella natura pratica del pensiero egiziano, che impiegava un processo prioritario di interscambio con lo Stato Teocratico.In particolare sulla realizzazione di massime e sentenze, chiamate “Sbòjet”, ovvero “Istruzioni”.Un genere formativo per eccellenza, risalente a un'immemorabile antichità.

Per il ristretto spazio a disposizione del mini-libro, non è fattibile esaminare in modo esaustivo l'argomento.Conseguentemente, trattasi tout court, di una ristretta raccolta di massime.Un fugace e suggestivo viaggio nella quarta dimensione, immanente e infinita, dove giusti e onesti si incontrano per dialogare.Per curiosità, ne sono stati estratti alcuni.

“Colui che comanda deve guardarsi dai giorni che debbono ancora venire.”.

“Io mantengo la calma, senza frettolosi impulsi, quali circostanze possono sorgere e comprendendo la possibilità di sbagliare.”.

“Meglio è pane di farina ed acqua con un cuore che ama che ricchi cibi con dispute e discordia.”.

“Io sono un uomo che sta saldo, i cui disegni vengono ben ponderati e che sollecita la discussione con lui.”.

“Meglio è la lode con l'amore della gente che la ricchezza rinchiusa nel Tesoro.”.

“Io sono un uomo che tace di fronte all'infuriato e di fronte allo sciocco, onde sopprimere l'ira.”.

“Non essere arrogante a causa della tua cultura e non avere eccessiva confidenza in te stesso.

Prendi consiglio dall'ignorante come dal saggio, poiché gli estremi limiti del sapere non possono essere raggiunti e nessun artista possiede appieno la sua arte.

Un buon discorso è più nascosto di un prezioso smeraldo, eppure lo possiamo udire da una schiava alla macina.”.

L'immagine di copertina raffigura la regina Nefertari, moglie di Ramses II, condotta dalla dea Iside (Affresco tombale, 1333 a.C.).Il volumetto (n.772), a cura di V. Scheiwiller, è stato stampato il 15/7/1954 in 2000 copie.

F©

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