Bugo...chi minchia è Bugo? Questo è quello che vi avrei detto sei mesi fa. Si lo so, sono uno dei tanti che l'ha scoperto a Sanremo sisi, vabbè poi Morgan, le brutte intenzioni, Bugo esce dal palco, dov'è Bugo...sinceramente mi ha fracassato questa cosa. Però almeno sono andato ad ascoltarmi la roba che Bugo ha fatto negli anni passati. Io sono convinto di questo: Bugo non è un genio ma neanche un idiota; si, è un poco rincoglionito, però è questo il bello il suo essere stralunato. E' la versione meno cazzuta di E.L.S.T, questo è Bugo. In vent'anni di carriera che ha fatto ho trovato almeno due perle che andrebbero riscoperte: Sguardo contemporaneo, che mi prende un casino, e Dal lofai al cisei. Inutile dire che parlerò di quest'ultimo.

Sentendo tutto quello che Bugo ha fatto, questo è forse il suo album più puro che raccoglie quello che è capace di fare questo autore: musiche di bassa fedeltà, scazzi tra il rock e il blues, testi a volte esileranti a volte strani. Da dove cominciare se non da "Portacenere", un rock veloce che parla semplicemente di Bugo e della sua follia e che cresce man mano la si ascolta. Skippando qualche traccia ci troviamo davanti a un trittico che forse può aiutare a farsi un'idea dell'autore: la prima tra queste è La mia fiamma, la cui melodia vocale non può non far rivenire in mente Rino Gaetano e che riassume benissimo il lato amoroso di Bugo (solo col titolo e una mente malata potete capire come andrà a finire), Pasta al burro invece è l'esatto opposto, un brano trip-hop dove tra conferenza di scienza, brufoli sulla schiena e pasta al burro troverete il lato di Bugo più "scazzo" (che rivedremo nel primo CD di Golia e Melchiorre tra l'altro, ma in maniera decisamente mediocre) e infine la punta di diamante, la hit rock pop sporca, il delirio definito; Casalingo è stramaledettamente geniale, uno dei pezzi più riusciti di Bugo che con un po' di immaginazione può raccogliere il lato più "pop" del Bugatti. In questo brodo primordiale potete trovare tanta altra roba, tipo Con il cuore nel culo (geniale), la leggendaria Io mi rompo i coglioni e l'acustica con tanto di sentimento westernato Morbida scheggia. Si vabbè, anche qualche riempitivo tipo Fai la fila o Milano tranquillità, ma sinceramente sticazzi. Cosa dire in sintesi di Dal lofai al cisei? Inanzitutto il titolo è sia idiota che geniale e il resto dell'album non è da meno: testi e musiche che sono nutellate di deliri che a volte sfociano nella demenza totale.

Consiglio un ascolto almeno a chi è più aperto musicalmente o a chi semplicemente vuole ascoltare qualcosa giusto per divertirsi. Ricordate poi che stare in casa è qualcosa di spettacolaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaareeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

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