Cosa segue alla morte di una persona? Funerale, sepoltura e tanti saluti. 

Se questa domanda fosse però stata posta ai Carcass intorno al 1991 vi avrebbero probabilmente invitato ad ascoltare il loro più recente (all?epoca, eh) lavoro: Necroticism - Descanting the Insalubrious (in italiano, Il processo di morte - Discutendo il malsano).

Già, perché Necroticism è una sorta di concept album che, a differenza di altri concept album (tanto per citarne uno: Tommy, degli Who), non narra una storia, no, bensì ha un tema portante attorno al quale vengono costruite le canzoni. In quattro parole: come riutilizzare i morti...

Sconvolgente direte voi, ma per chi seguiva i Carcass sin dai tempi di Reek of Putrefaction e Symphonies of Sickness questo particolare non poteva destare tanto stupore, d'altronde i nostri ci avevano abituato a contenuti più scontati e splatter.

Necroticism è l'album che denota la prima svolta stilistica dei Carcass (la seconda si avrà col successivo Heartwork): si ha una maturazione dal punto di vista musicale, tralasciando quel Grind rumoroso e poco elaborato degli inizi, in più viene introdotto il chitarrista svedese Michael Amott, il cui apporto si rivelerà fondamentale per i Carcass.

L'album viene spesso (erroneamente) descritto come "il perfetto connubio tra Grind e Death metal" quando, a mio parere, non è affatto così: di Grind si avverte ben poco (ad esempio alcuni blast-beat in Inpropagation, uno dei pezzi più violenti dell'album); piuttosto l'album ci offre un Death metal molto tecnico che per le strutture delle canzoni potrebbe anche essere preso come Progressive.

Come dicevo prima, l'apporto di Michael Amott è fondamentale: i riff di chitarra sono più complessi e innovativi (vedi Pedigree Butchery), in alcune parti Amott e il collega Steer ci deliziano con dei fill intelligenti quanto inaspettati, mentre gli assoli diventano più "gustosi".

Per quanto riguarda gli altri strumenti c'è poco da dire: basso inconsistente, come sempre in questa musica, mentre il drummer Ken Owen, avendo capito che oltre a rullante, charleston e cassa c'è di più, dimostra di essere uno dei migliori batteristi sulla scena estrema.

L'album è caratterizzato da un suono superbo, la produzione è davvero ottima, così anche il contenuto: otto canzoni per una durata di quarantotto minuti in cui non vi annoierete facilmente.

Si passa dalla violenza dell'opener Inpropagation (in cui i poveri cadaveri diventano fertilizzante) a Corporal Jigsore Quandary (cadaveri = puzzle), uno dei brani più famosi della band, sorretto da un riff elementare quanto geniale. La successiva Symposium of Sickness, come dice il titolo, ha contenuti degni di Symphonies of Sickness. A seguire troviamo un altro dei pezzi forti dell'album: Pedigree Butchery (cadaveri = cibo per cani), in cui si fa notare un inaspettato riff pulito. Segue Incarnated Solvent Abuse (cadaveri = colla/solvente..), un altro dei pezzi più famosi. Arriviamo a Carneous Cacoffiny (cadaveri = componenti di strumenti musicali), seguita da Lavaging Expectorate of Lysergide Composition, sorretto da alcuni giri in palm muting eccezionali. A chiudere il tutto ci pensa Forensic Clinicism/The Sanguine Artiche, il brano più lungo dell'album, nonché uno dei più complessi, tra l'altro uno di quelli che non ho capito...

In conclusione posso dire che Necroticism è uno degli album più validi dei Carcass, forse gli tiene testa solo Heartwork.

Lo consiglio a chi già conosce alcune hits del quartetto di Liverpool (mica i Beatles, eh) e a chi cerca un Death che sappia fondere potenza con originalità.

 P.S.: notevole il fatto che quasi ogni canzone comincia con un frammento di discorso riguardante autopsie, obitori e via dicendo e che tutti gli assoli possiedono un nome (http://www.darklyrics.com/lyrics/carcass/necroticismdescantingtheinsalubrious.html#1).

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