"Dialogo di un Saggio Venditore di Vinili e un Suo Neghittoso Acquirente"

VENDITORE : Eccolo qui, il mio affezionatissimo Giovane Vecchio Dentro!

ACQUIRENTE: Senti, con tutti i soldi che ti ho lasciato, ancora con 'sta storia? Guarda che è un attimo cambiare negozio, poi saranno un cinque anni che vengo qui dentro e mai che avessi trovato una gnocca, non dico dietro il bancone ma neanche davanti. Sempre e solo vecchi hippies frustrati come te, stesse barbe e baffi che fan tutt'uno con le sopracciglia, occhiali a quadratino e quei maglioni peruviani con l'alpaca ricamata sopra che ormai ci può pure mangiare in mezzo a quella lana, da quanto si è sviluppata lì la microcoltura...

VENDITORE : A parte che del plusvalore tuo, come del mio e di quello altrui, me ne sbatterò sempre. Io sto qua dentro perché è l'unica cosa al mondo che farei e perché sono in missione per conto del Mio Dio, che, punendomi, mi ha intimato di provare - con te non ho molta speranza, ma se no che missione sarebbe? - ad educare musicalmente i pivellini Sotuttoio del tuo calibro, che perché han sentito una volta Lydon o Strummer si sentono in dovere di sputare sentenze sull'universo mondo. E poi tanto lo so benissimo che vai pure a comprare da [*******]. Ti capisco, dev'essere un vero piacere bagnato esibire davanti alla cassiera mora dagli occhi di smeraldo i tuoi Gun Club (visto che non li hai presi da me...sciocchino) e fare poi lo stesso coi drappelli di darkettone sotto i portici. Tra l'altro, ti dò una dritta: la mora al sabato va al Pick Up a ballare la Commerciale, perciò vedi un po' te. Mi sa che ho più speranze io di riuscire a fare di te un buon ascoltatore.

ACQUIRENTE: Va beh, ho capito, te la sei legata al dito, giornata dura, eh? Facciamo presto allora, fammi scartabellare qua tra il tuo usato...mi piace, non fosse altro per l'odore delle copertine cartonate, la cosa migliore del tuo negozio, è inebriante come quello della benzina e per di più ha il potere di annientare quello del tuo maglione. Vediamo, vediamo...Jethro, Caravan...minchia però che nomi del cazzo ci avevano pure, 'sti vecchi gruppi prog...

VENDITORE : E certo...scusa se intanto occupo lo stereo con qualcosa di ammuffito presettantasettino. Sì, oggi ho proprio voglia di Spirit. Questo va bene, vai, Randy! Ah, oggi mi sa che lì per te non c'è trippa per gatti. E' passato un paio d'ore fa il tuo amico Sandrone e si è tirato su un paio di Stooges e un Dictators, mica male, no?. Così ti evito di passare in lungo e in largo per dodici volte le otto vasche, che mi lasci solo le ditate sulle copertine..."Freeeeesh garbaaaaaaaage!!...wuoon wuuonnwuooonwuuooooonnnn...

ACQUIRENTE: Vabbè, ho capito, mi vuoi mandare sotto i portici? Avevo giusto 'sti due deca, tre dischi son sempre meglio che uno solo nuovo...Yardbirds, Traffic...madooòò, ma questa è la copertina più orrenda che abbia mai visto! Manco i Devo di "Freedom of Choice"! Ed è pure doppio...ah, ma sono i Chicago, vade retro! Del resto, che pretendere da chi ha fatto "Hard to say qualcosa", quell'obbrobrio che piaceva agli sfigati secchioni della mia classe per ballarla come lento? E che numerano gli album, Chicago 14, 37, 876...ahahahah

VENDITORE : Incredibile, sei proprio senza speranza, perché dovrei perdere tempo con te? Ci si può salvare da tutto, non da chi sa di non sapere ma sentenzia come se sapesse, non dall'ignorante che pontifica. Mio Dio, non avevi altre penitenze da darmi? Ma a lavare la testa a quest'asino, quanta fatica e quanto sapone ho già sprecato?? Mio bel Poveretto Sotutto, QUEI due dischi (la copertina è terribile, ammetto) non c'entrano proprio nulla con i Chicago che conosci tu, sono il loro esordio e in verità in verità ti dico, sono UN capolavoro! Ma tanto è fiato sprecato...continua, continua pure con i tuoi steccati e i tuoi pre-giudizi.

ACQUIRENTE: Dai, sentiamo anche questa, ho già dovuto sorbirmi migliaia di tue epopee, ma almeno erano su gente che chi più chi meno ha fatto la storia con la maiuscola. Ci manca solo più il revisionismo dei Chicago. Sono curioso, mettilo su.

VENDITORE : Ti fotti, adesso tocca a Randy e al suo patrigno Cassidy! Azzerati la mente da tutte le cazzate che pensi su di loro. Ti basti sapere che quel primo disco dei Chicago è: a) una fantasmagoria di suoni e di grandi canzoni, c'è di tutto, jazz-rock fiatistico, pop di classe sopraffina, eccezionali epifanie di soul bianco, proto-progressive con tirate strumentali magnifiche ed anche, questa è la più incredibile ma fidati, deviazioni psycho-hendrixiane di chi si è calato non uno ma dieci acidi contemporaneamente; b) è suonato da, lo so che la parola ti infastidisce, autentici musicisti coi controcoglioni, te ne cito solo due facendo torto agli altri: Robert Lamm, tastierista cantante e compositore principe e quel pazzo sublimato dalla voce negroide del chitarrista Terry Kath - giuro, potresti scambiarlo per il Perfido Wilson Pickett, se solo tu l'avessi mai sentito, ahahah! Cristo, quando lo sento svisare quasi fosse preda di un esorcismo, mi chiedo se sia possibile che non venga mai ricordato, da coloro che sanno, tra i più plausibili discepoli del padre Jimi o dello zio Jeff; c) è prodotto da un grande, tale James William Guercio, uno che se c'era da amalgamare sapeva il fatto suo, geniale capo-cantiere alle prese con una betoniera rock, vedi anche il suo lavoro encomiabile con i Blood, Sweat & Tears del secondo album, cui questo primo Chicago per certi versi può rimandare. Scusa, devo girare gli Spirit...

ACQUIRENTE: Bastardo che sei, mi hai quasi messo la pulce nell'orecchio. In fondo, lo sai che ti rispetto. Dai, fammelo sentire!

VENDITORE : Ma la smetti di prendermi per un dimostratore di pentole ad un viaggio ai laghi per anziani? Non ti basta la mia parola? Questo è un disco spettacolare, di quella ristretta cerchia che, seppur tu pensi di averlo mandato a memoria, al centesimo ascolto ti sorprende con una sfumatura che non avevi colto. Scorriamo i titoli? Allora, i Weather Report che provano ad andare in classifica con "Introduction", ed è lì che puoi sentire il cantato soulful di Kath; il trittico pop-orchestrale da sballo "Does anybody really know what times it is?", "Beginnings" e "Questions 67 & 68", spettacolare anello di congiunzione tra musical hollywoodiano, Sinatra, Bacharach, la Tamla Motown e un presagio di Steely Dan; il proto-funk psichedelico di “Listen” in bilico tra i Temptations in acido di fine '60 – quelli di “Cloud Nine” - e i nascenti Funkadelic, quando invece nella lisergica "Poem 58" si fa strada un'ipotesi di Cream Patto Experience che però i fiati obesi trasformano in una mostruosa mutazione genetica dell'Art Ensemble of ... ehm ... Chicago. E poi dopo che avrai sentito il delirio distorto di "Free Form Guitar", ai tuoi amici Glenn Branca e Sonic Youth dì pure loro che possono (avrebbero potuto, sigh...questo non ce lo portò via la droga ma la roulette russa!) baciargli il culo a Terry Kath! Se non ti basta, ci troverai pure i Deep Purple mediani tra l'errebì Stax e Steve Winwood (quest'ultimo, non a caso omaggiato direttamente in "I'm a man") e una ventina di minuti dal vivo che in una facciata ti dimostrano cosa erano i concerti di costoro a quell'epoca, ondate soniche di wah-wah a strafottere, altro che la loro deriva sdolcinata di metà settanta, "If you leave me now" e menate successive. Va solo gustato, con la mente aperta, quella che tu non hai. Cazzo, finito, grandi Spirit, vero? Ah, guarda un po' lì, mi stavo dimenticando: ci sono un paio di cose per te, Angelic Upstarts e Vice Squad....

ACQUIRENTE: Ah, meno male, li prendo entrambi, visto che fai lo spocchioso e non mi fai sentire 'sta meraviglia di Chicago. Ma tanto alla fine avrei comunque preso questi, lo sai.

VENDITORE : Non avevo dubbi! Ti faccio lo sconto così potrai andare a farti un giro da quell'altro, che oggi è sabato e la cassiera è in tiro. Nel caso ti rivolgesse parola, dille che hai appena imparato una cosa importante: che bisogna fidarsi della canzone, non del cantante e men che meno della copertina. E che fra vent'anni, a mio figlio, i Vice Squad forse glieli rivenderai. Lui te li pagherà poco. Mica sarà in missione come suo padre.

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