Nel 2006, quando ormai il loro successo e la fama di cui godono li precedono già da tempo, i Cinema Strange pubblicano: "Quatorze Exemples Authentiques Du Triomphe De La Musique Décorative", terzo lavoro in studio. Desidero specificare che ognuno dei tre album della band è caratterizzato da un elemento che lo rende speciale, irripetibile. Seppure si riferiscano allo stesso genere (death rock e batcave, impreziosito da una spiccata vena dark cabaret) e presentino l’inconfondibile, fresco, innovativo stile dei Cinema Strange, i tre album sono, tra loro, decisamente differenti. Si tratta, infatti, di autentici e pregevoli gioielli, caratterizzati da temi ed atmosfere ben specificate, in cui ogni nota, ogni sospiro, ogni riff di chitarra suscita l’attenzione del fruitore, stimolandone l’interesse.
La maestria vocale di Lucas Lanthier, l’aedo che racconta al mondo le favole, surreali e inquietanti, nate dall’inconscio comune del gruppo, si unisce all’originalità musicale di Michale e Daniel Ribiat, dando forma ad una indissolubile sinergia artistica. Chi ha sempre bisogno di rimandi e appigli (anzichè incanalare la propria attenzione verso ciò che sta ascoltando, sospendendo momentaneamente il giudizio e accantonando le proprie aspettative, proprio per permettere solo allo stimolo esterno - la musica - di entrare) suggerisce (im)probabili confronti tra i Cinema Strange ed altre, ben note, formazioni, già presenti sulla scena death rock e, in generale, goth. Ad esempio, giusto per citare l’ipotesi più “particolare”, ancora oggi c’è chi sostiene che il sound dei Cinema Strange rimanderebbe ai London After Midnight di Sean Brennan (e non ho ancora capito per quale motivo. Conosco molto bene i London After Midnight, è da più di vent’anni che ascolto la loro musica, ma penso che tra questi e i Cinema Strange passi un universo di differenza). Ritengo che ogni eventuale raffronto risulti aleatorio, fumoso, quanto inadeguato, proprio perché la freschezza creativa dei Cinema Strange è inconfondibile e non comprenderla vuol dire non sentire. Tornando all’album oggetto di questa recensione, il suo cammino sonoro si snoda lungo tre esempi autentici del trionfo della musica decorativa (“First Example”, “Fourth Example”, “Ninth Example”) che sono dei microcosmi strumentali (come cantavano Rozz Williams e Gitane Demone: “A world inside a world”) che, assieme ad “Intermezzo: Bright Violet Euphoria”, racchiudono ed esprimono la vera essenza di questo terzo lavoro del trio californiano. Prima di proseguire, permettetemi di soffermarmi sulla meravigliosa “Intermezzo: Bright Violet Euphoria”: trattasi di un’autentica sinfonia, eseguita con assoluta maestria, che dice moltissimo circa la creatività dei Cinema Strange. È un trionfo di organo, Glockenspiel, piano, violino, tastiere, più un suono che credevo fosse prodotto dal Theremin o, magari, dalla glassarmonica (invece, nei credits del disco, viene riportato: “Other [Assorted Metals And Glass]”).
Questa ensemble di elementi contribuisce al senso spettrale di un suono effimero ed etereo, che aleggia nell’aria come un fantasma senza requie. I tre esempi citati anche nel titolo dell’album, più la preziosa e delicata “Intermezzo: Bright Violet Euphoria” sono lambiti, vengono accarezzati (o, per meglio dire, graffiati), da pezzi spiccatamente death rock come “Mr. Quilt's Rotten Luck”, “Needlefeet”, “Squashed Blossoms”, “Unlovely Baby”, “Molars”, “One Time One Summer”, “I Remember Tendon Water” e sono accompagnati da ballad strumentali, come “Rat Catcher”, in cui è pregevole l’intermezzo con Glockenspiel, e la stupenda ballata intimista per pianoforte “The Toad Curse And How It Perished In Flames”. Per chi non avesse ancora colto la differenza con gli altri lavori dei Cinema Strange (in cui sono, certamente, presenti inserti strumentali), le parti sinfoniche qui presenti, autentici omaggi agli ascoltatori, rendono "Quatorze Exemples Authentiques Du Triomphe De La Musique Décorative" uno sfolgorante gioiello, a se stante, nella vetrina dei trionfi della band.
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